Povertà assoluta, nuovo record in Italia

La parola a Marco Cavaliere, studente Optima Erasmus a Barcellona


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10 miloni di italiani in povertà relativa, pari al 16,6%, di cui 6 milioni, un italiano su 10, in povertà assoluta, il triplo dal 2005. Ovviamente a farne le spese è soprattutto il sud Italia, con 725mila poveri in più, in gran parte anziani e famiglie numerose mono reddito. Altri dati sono stati pubblicati dalla nuova ricerca Istat, ma la verità incontestabile è una. La povertà è in aumento in Italia. Dati che impongono una riflessione su un paese che nonostante l’avvicendarsi dei veri governi, stenta a uscire da una crisi economica ormai decennale.
Abbiamo chiesto le opinioni di Marco Cavaliere, studente Optima Erasmus a Barcellona, da poco tornato in Italia.

Credi che questi dati siano realistici o non tengono conto di un’economia sommersa fin troppo presente soprattutto nel Mezzogiorno?

A me non piace fare la parte della persona critica, non mi piace affatto correre il rischio di risultare offensivo nei confronti di alcune categorie, di minimizzare problemi o di svalutare l’importanza di alcune questioni. Credo che in Italia il benessere delle famiglie sia drasticamente diminuito negli ultimi anni, è palese il crollo economico che abbiamo subito, i troppo numerosi casi di suicidio, di totale disperazione, non lasciano dubbi sulle reali condizioni in cui riversa la nostra penisola.
Credo però di poter dire, senza il pericolo di sbagliare, che gran parte della “povertà” italiana sia una squallida e vergognosa menzogna, laddove le parole “squallida” e “vergognosa” sono solo un modo gentile di nascondere offese ben più grosse che passano in questo momento nella mia testa.
Io non ce la faccio, non ci riesco davvero più a vivere in un paese in cui i ricchi sono sulla carta i più poveri, dopo più di tre anni di viaggi e di “scoperta” dell’Europa, dopo sei mesi di esperienza all’estero, non ce la faccio più a resistere ad una situazione in cui nella mia università le borse di studio vengono assegnate a figli di medici, commercialisti, imprenditori, che puntualmente dichiarano redditi imbarazzanti o addirittura NULLI, con i propri figli che passano dalle segreterie ad incassare l’assegno con l’audi.
Ma lo scandalo che mi fa male come un coltello ficcato nel fianco non è l’atteggiamento criminale di tutta questa gente, il sommerso che continua ad allagare il paese come un oceano di illegalità, l’evasione fiscale che ormai abbraccia ogni angolo dell’economia nazionale;
il mio senso di vomito arriva nell’analisi sociale di tale fenomeno, ossia nella totale SICUREZZA, da parte di queste categorie criminali, sul fatto che resteranno IMPUNITI, sul fatto che tanto i controlli non li fanno mai, che tanto nessuno viene mai beccato, quindi tanto vale fare i criminali perché ci si guadagna solamente.
Cinque anni, cinque anni di università, cinque anni di colleghi stra-ricchi che prendono borse di studio con redditi nulli. È mai possibile che sia così difficile da capire, che un ragazzo in abiti firmati ed audi NON PUO’ andare a ritirare il proprio assegno con la SERENITA’, anzi quasi con la SICUREZZA di chi crede di averne DIRITTO a quei soldi, di chi crede che sia NORMALE dichiarare reddito zero anche se il form per la borsa di studio lo hai compilato con il tuo mac.
A me tutto questo FA SCHIFO, e sulla finta povertà degli italiani criminali ci vanno a morire i VERI poveri di questo paese, che puntualmente restano fuori dalla porta.

Tu che abiti nel sud Italia, da sempre attanagliato dalla crisi, hai notato un ulteriore peggioramento delle condizioni di vita?

Si dice sempre al sud Italia che la crisi, tutto sommato, non sia stata uno tsunami come altrove, perché in crisi ci siamo sempre stati, perché di ricchezza non ne abbiamo mai visto l’ombra.
O almeno di ricchezza legale, essendo poi le regioni più “ricche” d’Italia per traffico di denaro e non solo.
Credo sia in parte vero, ci si basa su economie locali che tutto sommato trovano il modo di sopravvivere, fabbriche da chiudere, pur volendo, neanche ce ne abbiamo. Siamo come in una bolla economica, in parte isolata dalla situazione del resto del paese, e paradossalmente tale fenomeno ha alleviato il colpo d’ariete.
Certo è che non ci si può ritenere felici, la forbice tra nord e sud non fa che allargarsi, sempre più amici lasciano la mia terra per cercare fortuna altrove, soprattutto ora che il mondo si fa più piccolo e raggiungere le “Americhe” economiche non è più un’impresa come quella di Colombo.

Anche la Spagna, tua meta Erasmus, non se la passa tanto bene. Se dovessi fare un confronto quale paese ti è sembrato più vittima della crisi?

Come ho già scritto in altri articoli, credo che Barcellona sia un esempio troppo poco attendibile della situazione del paese. La regione più ricca della Spagna, nella città probabilmente più ricca della Catalogna. Ciò nonostante, non posso negare che di notte le strade del centro diventino un ostello a cielo aperto, per chi non può permettersi un tetto sopra la testa. Tantissimi, tantissimi barboni, in ogni angolo, nelle vie del Barrio Gotico e nella zona del porto, fino in Provença.
Credo che oggi come oggi sia difficile e oltretutto stupido provare a tirare una linea per gareggiare a chi sia più povero, siamo due paesi sull’orlo del baratro, e giocare a chi cade prima verso il fondo non credo eleggerebbe un vero vincitore. Siamo tutti perdenti, in questo gioco.
Un unico appunto che “avvantaggia” la Spagna, per quel che ho visto: lasciano le stanzette del bancomat aperte, di notte, per permettere ai barboni di dormirci dentro, così come la stazione e l’aereoporto. Almeno, sull’aspetto umano, sembrano essere un po’ più ricchi di noi.

Cosa vedi nell’immediato futuro? Un’ulteriore decrescita del paese o un’inversione di rotta?

L’unico futuro che vedo è il mio andare via da questo paese, per come continuano ad essere le cose. Se le guardie hanno addosso la stessa divisa dei ladri, il gioco non può neanche iniziare. Non è un pessimismo cronico, quello che mi caratterizza, è un freddo e cinico realismo nei confronti della situazione del nostro paese. Nonostante la crisi, nonostante i morti, nonostante la drastica situazione in cui riversiamo, non ho visto ombra di miglioramento concreto, nella coscienza della gente, nell’atteggiamento dei governanti, nell’attuazione delle leggi. I ricchi continuano a restar tali, succhiando la linfa che dovrebbe essere indirizzata a chi ne ha bisogno, e i poveri continuano a scendere verso l’oblio, senza aiuto, terra bruciata intorno.
Sembra uno di quei discorsi qualunquisti, semplicistici, stereotipi sociali, e ve ne do atto. Ma il problema dell’Italia è che tutto questo è reale, non si limita ad essere una mera analisi copia/incolla. È così che stanno le cose e porsi nella posizione di giustificazionisti impliciti, quasi difendendo tali dinamiche perché troppo semplice analizzarle come sbagliate, non porterà ad altro che ad un’ulteriore discesa. È un futuro ancora troppo grigio, quello che vedo all’orizzonte. Un futuro in cui, chi dovrebbe costruire il futuro di noi giovani, continua a distruggere.