Non solo impronte digitali per iPhone 6: sblocco personale, Apple copia Google?

L'iPhone 6 con sistema di sblocco intelligente si ma copiato da Google. Nuova gueraa di brevetti all'orizzone?

iPhone 6

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L’iPhone 6 si candida a diventare un vero e proprio concentrato di tecnologie per migliorare l’esperienza d’uso degli utenti. Visto che per molti il tema sicurezza e protezione del proprio melafonino è fondamentale, ecco che Apple sta lavorando ad un nuovo sistema di sblocco del telefono che va oltre il noto touch ID dell’attuale melafonino.

Mentre l’iPhone 5S ha un lettore di impronte digitali, l’iPhone 6 dovrebbe integrare con esso un sistema intelligente di sblocco, adattabile alle diverse situazioni della vita quotidiane. La conferma della direzione intrapresa da Apple proviene dal Patent and Trademark Office degli Stati Uniti presso il quale è stato appena depositato un interessante brevetto a nome dell’azienda di Cupertino.

L’iPhone 6 tramite la localizzazione del posizionamento con il GPS o il riconoscimento della rete Wi-Fi alla quale si è collegati, dovrebbe impostare una modalità di sblocco più o meno sicura. Un esempio pratico: quando il melafonino riconoscerà la nostra rete Wi-Fi di casa non richiederà lo sblocco con le impronte perché non necessario. Al contrario, se ci troviamo in un luogo aperto come una piazza o un edificio pubblico un maggiore livello di sicurezza sarà richiesto con il TouchID.

Nella domanda di brevetto depositata da Apple si legge che un livello di controllo più basso e dunque un minor dispendio di risorse può essere auspicabile proprio in quei luoghi ritenuti più sicuri. Il ragionamento legato alla tecnologia non fa una piega e un suo impiego nell’iPhone 6 sembra più che probabile. Peccato per un dettaglio.

Il 25 giugno Google ha presentato al mondo Android L e tra le numerosei funzioni introdotte ha lanciato quella dello “sblocco personale”. Senza ripetermi, si tratta della stessa tecnologia per ora solo depositata da Apple nel brevetto citato, anzi con il plus che la funzione di Mountain View interagisce anche con gli smartwatch attraverso Android Wear, evitando lo sblocco continuo del telefono quando i due dispositivi sono collegati via Bluetooth.

Insomma, su questo fronte Apple mi sembra alquanto in ritardo. Un’eventuale applicazione del suo brevetto già sull’iPhone 6 giungerebbe comunque dopo la stessa mossa della concorrenza che l’ha già presentata e presto la renderà effettiva con il rilascio del firmware agli utenti finali. Magari stiamo assistendo ad un progressivo livellamento di funzioni software tra aziende nemiche, sperando che questa uniformità prima o poi non ci annoi.