La triste ma veritiera riflessione di Paolo Meneguzzi: “Siamo schiavi della rete”

Il cantautore Paolo Meneguzzi condivide una riflessione con i fan e sulla vita di ognuno, contaminata dalla necessità della rete.

Paolo Meneguzzi riflessione

INTERAZIONI: 7

É palese; Siamo schiavi della rete, scrive Paolo Meneguzzi su Facebook, motivando ciò che sostiene con il racconto di un’esperienza personale.

A chi non è mai successo di essere all’1% di batteria e cercare disperamente una presa per attaccare lo smartphone? Che sia al ristorante, in un pub o in qualsiasi altro luogo scelto per trascorrere la serata in compagnia degli amici, il fidato wi-fi e la batteria del telefono sono le prime cose che tutti (o quasi!) controlliamo una volta seduti al tavolo.

Ma non avevamo deciso di trascorrere la serata a chiacchierare come i bei vecchi tempi con i nostri amici? :)
Le e-mail ci raggiungono ovunque e se il sabato sera non leggete la vostra posta elettronica, siate onesti, almeno controllate le notifiche su Facebook o vi collegate ad Instagram per postare in tempo reale la foto della pizza che vi hanno appena consegnato o del simpatico ed originale piatto di cui state per cibarvi.
Siamo schiavi della rete e non siamo più in grado di goderci l’attimo, il tempo in compagnia dei nostri cari e delle persone a cui vogliamo bene, continuamente sopraffatti dalla necessità di tenerci in contatto con il Mondo esterno e trascurando invece chi ci è vicino.

In aeroporto, parte la ricerca alla presa elettrica per ricaricare Mac e telefono.
Mi ritrovo a girare intorno ai pali di sostegno, ai maxi schermi, sotto ai tavoli dei ristoranti, ovunque possano esserci 2 buchi per attaccarmi.
Il problema non é tanto trovarli quanto trovarne 2 liberi. Impressionante!
La metà della gente gira impazzita alla ricerca di una presa e l’altra metà é seduta a lavorare o giocare con il proprio smart phone. C’è un silenzio da cimitero.
La gente non si parla più . Io per primo e mi dico.
Che schifo!

Questa la triste ma veritiera riflessione sui rapporti umani, contaminati dall’accesso alla rete disponibile sempre e in ogni luogo.