Massimo Troisi il geometra della vita

Ricordati che devi morire gli urlava Savonarola. Massimo Troisi non ha avuto bisogno di scriversi un biglietto come promemoria. Ma nella sua breve esistenza ci ha insegnato a vivere ogni attimo come prezioso

Massimo Troisi , ogni cosa al posto giusto

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Massimo Troisi, venti anni ma sembra ieri. Un afoso pomeriggio d’inizio estate sconvolto dalla tragica notizia: Massimo Troisi è morto. Credo che tutti coloro che l’hanno conosciuto ed apprezzato ricordino esattamente cosa stavano facendo quando hanno appreso della scomparsa dell’artista. E’ il segno inequivocabile della grandezza di un uomo che ci manca tantissimo.

Voleva fare il geometra Massimo Troisi, nato in una casa umile ma onesta. Il talento l’ha portato prima sulle tavole del palcoscenico e poi sugli schermi televisivi ed al cinema. Circondato ed amato da donne bellissime, baciato dal meritato successo, morto troppo presto.

Massimo ci manca tantissimo. Ci manca tantissimo la sua geometria. Certo ci mancano la rassegnazione speranzosa, l’ironia tragica, i sentimenti forti e balbettanti. Ma soprattutto ci manca la sua geometria. Perché in fondo – pur avendo abiurato alla sua vocazione di geometra maturata dove aver visto “Roma Città aperta – il geometra l’ha poi fatto veramente nel corso della sua breve esistenza. Un geometra dell’anima e della vita, della ragione e del sentimento capace di metter al posto giusto ogni cosa.

Il geometra Troisi è capace di smontare luoghi comuni e pregiudizi, appunto come un “geometra vero” è capace di abbatter e tirar su muri a seconda dei casi e delle necessità. Il Napoli vince nel 1987 il primo scudetto  e mentre i soloni saggi invitano nell’euforia generale a non dimenticarsi dei problemi della città terremotata prima del terremoto, Troisi si preoccupa di non dimenticarsi aperti i rubinetti dell’acqua e del gas. Robertino ha i complessi? Lascia perdere mammina, esci, tocca le femmine è il consiglio infallibile di Massimo, viaggiatore alla ricerca di nuove esperienze e non emigrante  stereotipato. Un artista capace di imparare le metafore per conquistare Maria Grazia Cucinotta ed incapace di ascoltare i drammi femminili di Giuliana De Sio perché purtroppo il Napoli annaspa contro il Cesena.

Il geometra Massimo Troisi ci ha aiutato e ci aiuta a metter ogni cosa al posto giusto, a dedicare attenzione alle persone più che alle apparenze, a vivere come prezioso ogni istante della propria vita senza che sia necessario scriversi su di un foglietto di carta: ricordati che devi morire come gli urlava Savonarola! Lui sapeva, come tutti, di dover morire, e per questo – e pochi sanno farlo – ha vissuto ogni ora della sua esistenza come se fosse la più importante. Grazie Massimo !