Divorzio breve, il matrimonio ancora di più

Divorzio breve. E’ arrivato il primo via libera parlamentare alla drastica riduzione dei tempi necessari a chiudere un matrimonio. Ma davvero è il sistema migliore per tutelare i coniugi più deboli ? Chi aiuta le coppie in difficoltà?


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Il divorzio breve, facendo un parallelo sanitario, mi fa pensare a quel medico che invece di cercare in tutti i modi di curare la ferita ricorra immediatamente all’amputazione.
Con il divorzio breve sarà possibile dirsi addio anche in appena sei mesi qualora i due, ormai ex, coniugi siano abbiano raggiunto un’intesa su tutti gli aspetti della loro conclusa convivenza. Anche in caso abbiano messo al mondo dei figli.

Il divorzio breve mi lascia estremamente perplesso. Davvero il rapidissimo consenso reciproco garantisce che il coniuge più debole, dal punto di vista economico e sociale, non sia stato in qualche modo “costretto” a velocizzare i tempi da quello più forte? Un divorzio breve permette, davvero, di avere il giusto tempo per ripensare ad una decisione magari dettata da un momento di stanchezza e delusione e che potrebbe esser rivista dopo qualche mese di riflessione in coppia o individuale?
Con il divorzio breve non si tutela, insomma, né il matrimonio, né i figli. Si offre alle coppie in difficoltà – e tutte le coppie ne attraversano di momenti difficili – non un aiuto concreto per superare il momento no ma soltanto la sbrigativa possibilità di concludere un’unione che nelle premesse e nelle promesse coniugali sarebbe dovuta durare per tutta la vita. E la crisi economica sta rendendo ancora più lancinanti le statistiche sulla fine delle unioni matrimoniali. Separazioni e divorzi non sono più un’eccezione patologica ma l’epilogo indesiderato della metà delle unioni.

Ho molto rispetto di divorziati e separati. Ciascuno reca un fardello di sofferenza personale e sociale. Non mi permetto di formulare giudizi perché ogni matrimonio finito è un dramma umana che coinvolge non solo l’ex coppia ma tutta la famiglia allargata.

Mi chiedo però se a coloro che meditavano il divorzio sia stato dato tutto l’aiuto necessario da parte della comunità civile e delle istituzioni per superare i problemi; e se sia utile che l’unica ricetta offerta dall’ordinamento sia il sistema per velocizzare la conclusione del matrimonio.