Papa Francesco in Terra Santa

Papa Francesco cammina in una terra dove ogni pietra ha un significato mistico ma spesso viene scagliata anche contro il prossimo


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Papa Francesco è in Terra Santa. Il pretesto della missione è la celebrazione del cinquantesimo anniversario dell’incontro ecumenico del papa cattolico Paolo VI con il patriarca ortodosso Athenagoras. I cristiani, dopo quello storico abbraccio, hanno fatto molti passi sulla via dell’Unità ma tantissimo sangue ha continuato a bagnare la Terra Santa.

Papa Francesco si è fatto pellegrino proprio per fermare questa strage perpetrata nel nome della fede. La Terra Santa è ancora oggi martoriata dall’odio, dilaniata dai muri, ferita mortalmente dalle bombe e dal filo spinato. Nel mondo sono aperti ben trentacinque conflitti che insanguinano molti continenti. Ma quello in Terra Santa è ancora più doloroso perché la guerra tra popoli è alimentata anche dal fanatismo religioso nei luoghi dove si sono svolti gli eventi più rilevanti per le grandi religioni monoteiste: ebraismo, cristianesimo, islam.

Papa Francesco visita Gerusalemme. Ogni pietra ha un significato mistico e purtroppo – sovente – viene scagliata contro il prossimo. Il Muro del Tempio è il più santo dei luoghi ebraici. Proprio dietro il Muro la spianata delle moschee dalla quale Maometto avrebbe raggiunto il Cielo. A poche centinaia di metri la Basilica del Santo Sepolcro che custodisce la memoria della Resurrezione di Cristo. In nessuna altra città al mondo Dio e l’Uomo sono stati così vicini. In nessuna altra città al mondo la fede è stata tanto tradita da uomini di certo non di buona volontà.

Gerusalemme santa e maledetta, ed ancora divisa in settori come la stessa Terra Santa dove qualcuno ancora non si è convinto che l’unica soluzione sia: due popoli una sola terra. Chissà se Papa Francesco riuscirà a convertire qualcuno, a far deporre le armi, a smetterla con la bestemmia di usare la propria fede contro gli altri. Il Pontefice sta scrivendo la storia con il sorriso, il buon senso, la fiducia negli uomini e nelle donne. L’impresa è ardua anche perché tanta classe dirigente palestinese ed israeliana trae dal terrore il suo potere e la sua ragione d’essere. Noi speriamo in Papa Francesco e rinnoviamo l’augurio: l’anno prossimo a Gerusalemme . Anche perché è proprio un paradosso che nella Terra di Gesù – che dovrebbe esser la prima casa del suo Successore – la visita del Papa sia un evento storico