Carlo V avrà il volto, azzeccato, di Adrien Brody

Con la regia di Lee Tamahori, Emperor prenderà il via nel prossimo mese di agosto


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Personalmente fa piacere sapere che l’attore Adrien Brody è stato prescelto per il ruolo di Carlo V. Il film si chiamerà Emperor e sotto la regia di Lee Tamahori, racconterà ovviamente la storia di Carlo V: il re di un impero così vasto da non vedere tramontare mai il sole.

A parte la fisicità che potrebbe tornare con il personaggio storico, c’è da scommettere che Brody fornirà il suo notevole contributo anche grazie a quella sua mimica che oserei definire atipica e un tantino antihollywoodiana:  un’espressione molto intensa e un modo di recitare sobrio. Intravedo un parallelismo con il De Niro giovane, non quello delle recenti marchette.

Lo stile di Adrien Brody si è fatto spazio nella moltitudine del caos di Hollywood dal 2002, quando vinse fra l’altro l’Oscar per l’intensa interpretazione ne Il pianista (The Pianist) di Wladyslaw Szpilman, musicista che riesce a sopravvivere nel ghetto di Varsavia grazie al suo talento. Lo stesso attore, che abbiamo potuto apprezzare più recentemente in Grand Budapest Hotel, ha dichiarato di essere un grande ammiratore del regista Lee Tamahori, prescelto appunto per la direzione di Emperor; addirittura sembra si sia sentito quasi, in un certo senso, obbligato ad accettare la sfida di questo nuovo ruolo. La sceneggiatura è un’opera originale di Michael Thomas III  e le riprese del film, dovrebbero iniziare ad agosto nella Repubblica Ceca ed in Belgio.

Sarà una bella responsabilità dare corpo e personalità a Carlo V: non dimentichiamo che è stata una figura storica centrale ed importantissima per le vicissitudini europee del futuro. Imperatore del Sacro Romano Impero nel 16° secolo, su un territorio immensamente esteso dove cercò di dare un equilibrio basato sul cattolicesimo, ci riuscì solo in parte, per aver sottovalutata l’incombente espansione dell’impero ottomano. Forse per alcuni questa storia dovrebbe, o potrebbe, essere molto attuale, viste le tematiche teocratiche che si vanno a trattare. O forse la storia, più in generale, ha sempre una sua attualità da dedicare all’insegnamento soprattutto degli errori. Noi speriamo solo che non si scada nella retorica; la differenza, si sa, dovrebbero farla gli uomini. E Adrien Brody potrebbe essere l’uomo giusto.