#BringBackOurGirls, Twitter si mobilita per le ragazze rapite in Nigeria

La parola a Palmiero Nocera, studente Optima Erasmus a Istanbul


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Tre settimane fa, più di 230 studentesse nigeriane sono state rapite da Boko Haram, un gruppo jihaidista considerato molto vicino ad al Qaeda e il cui nome significa “L’educazione occidentale è peccato” allo scopo di essere vendute e costrette a sposarsi con la forza. Tuttavia i media non avevano dato diffusione a questa notizia, che è diventata virale solo in questi ultimi giorni grazie a Twitter, tramite la campagna #BringBackOurGirls, il cui hashtag è diventato un nuovo trend globale. La campagna ha infatti rapidamente trovato sostenitori illustri, da Hilary Clinton a Malala Yousafzai, la sedicenne attivista per i diritti umani in Pakistan e numerosi gruppi di supporto all’iniziativa hanno manifestato a New York e Londra.
Abbiamo chiesto il parere di Palmiero Nocera, studente Optima Erasmus a Istanbul, a proposito dell’uso di Twitter per mobilitare l’opinione pubblica

Penso che le campagne organizzate tramite i social media siano utili ai fini della divulgazione di una notizia e alla sensibilizzazione di fasce d’etá che non leggono quotidiani o guardano tg, grazie anche al sostegno di personalità celebri e conosciute dai giovani. Le giovani generazioni mi sembrano infatti più sensibili e informate sui temi sociali rispetto a quelle precedenti. Basti pensare che l’hashtag #BringBackOurGirls è stato twittato più di un milione di volte negli ultimi tre giorni e rilanciato anche su Facebook e Tumblr. Anche i partecipanti di Optima Erasmus hanno in questi giorni offerto il loro contributo a una campagna online, Equal Pay Day, a favore dell’abolizione di ogni disparità di salario tra uomini e donne.

 

Parlando di diritti delle donne, qual è la situazione in Turchia, la tua meta Erasmus?

La situazione in Turchia è sicuramente diversa rispetto a quella di altri paesi islamici, qui le donne sono pienamente inserite nel mondo del lavoro alla pari degli uomini. Vi sono molte donne vestite all’occidentale ma non è difficile trovarne altre dal capo o dal viso coperto che tuttavia hanno lavori e carriere importanti. Non so come sia la situazione in altre cittá turche ma non credo tanto diversa dall’idea di donna lavoratrice ormai diffusa nel resto del mondo, e che stenta ad attecchire invece in altri paesi islamici.

Ritieni che con l’educazione e la globalizzazione queste violazioni dei diritti umani, quale questa avvenuta in Nigeria possano avere fine in futuro?

Non c’è dubbio che la violenza sia sempre esacerbata dall’arretratezza e dall’oscurantismo culturale. E credo che non ci sia mezzo migliore dell’educazione, per risolvere in futuro problemi del genere. Basti pensare che nella regione di Borno, da cui provengono le ragazze rapite, che in gran parte frequentavano la scuola rurale di Chibok, più del 70% dei bambini in età scolare non è mai andata a scuola e la percentuale è ancora più alta per le bambine. Ancora una volta le disparità di genere sono evidenti, specialemente nelle regioni del nord, che seguono la legge della Sharia.

Negli ultimi giorni l’hashtag sembra aver mobilitato anche altri esponenti della Casa Bianca oltre a Hilary Clinton. Il Presidente Obama ha annunciato che gli USA hanno già inviato personale sul campo in Nigeria. Il Segretario alla Difesa John Kerry ha aggiunto che è al lavoro anche una speciale cellula di coordinamento, formata presumibilmente da elementi scelti di FBI ed esercito, per scarcerare le ragazze rapite. Alla vigilia del World Economic Forum la Nigeria appare infatti in difficoltà nel gestire questa crisi, e anche se il ministro delle Finanze Okonjo-Iweala assicura che il governo sta facendo tutto il possibile ammette che “l’aiuto di ogni paese o organismo internazionale che possieda mezzi di ricerca superiori ai nostri è il benvenuto.” Qual è il tuo punto di vista?

Credo sia un dovere da parte delle altre nazioni intromettersi in affari interni del genere, dove vi è un’aperta violazione dei diritti umani, che sono e restano la prima cosa a cui si deve pensare. A meno che non si usi tale intervento come una giustificazione per attaccare un paese che possiede qualche risorsa importante a cui tutti bramano… Ma questo è un altro discorso.

Tuttavia l’appello su Twitter non ha ancora raggiunto il suo scopo. Domenica sera il gruppo ha rapito altre otto ragazze. Le preoccupazioni per la loro sorte sono aumentate lunedì, quando il sedicente leader di Boko Haram, Abubakar Shekau ha rilasciato una video dichiarazione all’agenza France-Presse. “Abbiamo rapito le vostre ragazze e le venderemo al mercato per farle sposare, per volere di Allah.”

Abubakar Shekau, leader di Boko Haram