Dalla discarica al salotto: le sedute sostenibili di Grammy’s e Trochet

Al Salone Satellite progetti green&glamour dal medio Oriente. Per salvare il pianeta a colpi di design


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Sedie Grammy di Reform
Sedie Grammy di Reform

Si chiama Salone Satellite ed è una costola del Salone del Mobile di Milano dedicato ai designer indipendenti e under 35: un concentrato di creatività, di idee davvero nuove, una finestra sull’estetica di domani, da non perdere per chi è a caccia di ispirazione. Da qualche anno a questa parte uno dei temi portanti è la sostenibilità ambientale che cambia volto e oggi più che mai sposa il gusto contemporaneo, ne sono una testimonianza i progetti di sedute sostenibili Grammy’s e Trochet, che trasportano buste di plastica usate, dalla discarica al salotto, ecco come.

Grammy’s porta la firma di Reform, giovane studio di progettazione cairota, ed è una collezione di sedie degli anni ’60 ritappezzate con un tessuto durevole e dagli splendidi colori, realizzato su tradizionali telai egiziani. Non si tratta però di filati di lusso, bensì di plastica ricavata dalla lavorazione delle semplici buste della spesa. Raccolte, selezionate, sterilizzate e poi tessute con risultati sorprendenti, non a caso Reform ha vinto il secondo premio nell’edizione 2013 del Salone Satellite e il premio Silver A Design di quest’anno. Il design team è composto da tre donne: Hend Riad,  Mariam Hazem, Dina Amin e il progetto è inserito nell’egyptian hub presente alla fiera.

Bean bag di Trochet

Anche la collezione Trochet parte dalle buste di plastica e arriva alle sedute sostenibli, e anche in questo caso si tratta di creatività mediorientale, questa volta però parliamo di Arabia Saudita e il progetto non abbraccia solo la tutela ambientale ma anche quella sociale. L’idea è di Diana Rayyan, fondatrice di Ateeq, una startup che si occupa di aiutare le donne saudite in difficoltà, con l’inserimento nel mercato del lavoro. Trochet sta per trash+crochet, ovvero spazzatura+uncinetto e infatti il filato ottenuto dal riciclo delle buste di plastica, viene lavorato a mano dalle donne coinvolte nel progetto, e i prodotti venduti grazie all’intermediazione di Trochet. Nata nell’agosto 2012 con due donne, la compagnia oggi ne conta 50 e ha lavorato – rigorosamente a mano – oltre 200.000 buste di plastica.

Responsabile, sostenibile e bello: è così che sarà il futuro, secondo i giovani creativi.