47 ronin, recensione. Che spreco


INTERAZIONI: 7
47 ronin, recensione. Che spreco
47 ronin, recensione. Che spreco

47 Ronin non si salva da nessuna parte. Come lo giri lo giri. Anzi no, il modo di dire in questo caso non è corretto, perchè poteva essere girato sicuramente meglio.

Con un budget di 175milioni di dollari, una tradizione giapponese forte su cui poggiare la storia, i possibili risvolti e le possibili implementazioni narrative, 47 Ronin poteva diventare un film molto interessante che avrebbe potuto far digerire anche la terribile interpretazione monofacciale di Keanu Reeves. Forse.

E invece il progetto si è trasformato in un minestrone la cui ricetta non è riconducibile nè alla tradizione culinaria orientale nè a quella occidentale. L’esordiente regista Carl Rinsch dirige il traffico più che il film, senza però riuscire mai a sbrogliare l’ingorgo. La scelta coraggiosa, più volte premiata dai risultati, di affidare un progetto importante a un regista esordiente questa volta non ha pagato. Anzi, a pagare e profumatamente,  è stata invece la Universal che con 47 Ronin a occhiometro perderà qualcosa come 100 milioni di dollari.

Il film presentato prima in Giappone ha incassato pochissimo e successivamente negli Usa non è andato meglio, facendo registrare un incasso totale ad oggi di circa 145milioni di dollari. Dimenticatevi il ritmo e la spettacolarità del trailer (mi viene il dubbio che non lo abbia montato Rinsch), 47 Ronin procede a sbalzi, e nonostante la grande spettacolarità riesce anche ad annoiare. Per fortuna che il seppuku non fa parte delle nostre abitudini.