Sanremo copiaincolla, niente canone per Fazio e Littizzetto


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Fabio Fazio
Fabio Fazio

Ma un’idea nuova neanche per sbaglio, vero ? Tutto già visto a Sanremo 2014, una versione in copiaincolla delle precedenti. Certo i disoccupati che minacciavano di gettarsi in platea erano due, ma Pippo Baudo a differenza di Fazio salì fin sul loggione per rendere più credibile la pantomima e farli desistere dall’insano proposito.

Come abbiano fatto ad arrivare fin lassù in un Ariston blindato chissà se qualcuno riuscirà a spiegarcelo. Le parolacce della Littizzetto invece sono sempre le stesse. Un trito e ritrito copione di allusioni sessuali che fanno ridere solo lei al quale aumenta a dismisura il conto in banca.

E poi una valanga di lettere e letterine che neanche a “C’è posta per te”. Mi ha stupito che non ci fosse Maria De Filippi a condurre la declamazione dei vari casi umani prospettati nelle lettere. Ma davvero vogliono farci credere che in prima serata, al cospetto di milioni di persone si legga una lettera ignorandone completamente il contenuto? Ben triste è il paese nel quale i problemi del lavoro – ovviamente dei meridionali – diventano il pretesto per solleticare l’audience.

Ridicolo è il paese nel quale deve esser il Festival della Canzone a richiamare l’attenzione sulla vicenda dei Marò illegalmente detenuti in India. Ben cinici, sopra ogni cosa, sono coloro che tali tragedie fanno diventare farse.  Non è mancata neanche l’incursione di Grillo perché Sanremo è Sanremo. Anche lui, il leader pentastellato, ad inveire contro il Festival ben sapendo che la sua performance ne avrebbe aumentato gli ascolti.

E noi dovremmo pagare il canone per un teatrino milionario già visto e rivisto?  Ma se lo paghino loro il canone e ci risparmino questo strazio che di servizio pubblico non ha proprio nulla.