Il bis non è riuscito: Sanremo 2014 non ripete l’impresa dello scorso anno e cala negli ascolti dopo il record dell’edizione passata. Giustamente, bisogna dire. Perchè per una volta l’auditel si fa specchio della qualità del prodotto.
Scarso ritmo, troppo poco lo spazio dedicato alle canzoni (per ascoltare Arisa, la prima Big in gara, c’è voluta una mezz’ora buona), uno spettacolo infarcito di intermezzi trash e pochi momenti davvero notevoli.
La prima serata del Festival di Sanremo 2014 in onda martedì 18 febbraio ha conquistato 10.938.000 spettatori, per una share pari al 45.93%, con la prima parte che ha ottenuto 12.466.000 spettatori(45.77%) e un vero e proprio crollo della seconda che si è fermata a 5.680.000 spettatori (47.14%). Buon riscontro per il Prefestival di Pif, dal titolo Sanremo & Sanromolo, che ha ottenuto 8.557.000 spettatori (29,16%). I dati risultano mediamente in calo rispetto agli ultimi tre anni del Festival: nel 2013, edizione condotta dalla stessa coppia Fazio-Littizzetto, la prima serata ottenne in media 12.969.000 spettatori (48,30%), con un boom da oltre 14 milioni nella prima parte, mentre nel 2012 Gianni Morandi ottenne il 49,55% con 12.700.000 spettatori.
Il solito Fazio e la solita Littizzetto sono parsi a tratti una replica meno frizzante dello scorso anno: narrazione poco incalzante, conduzione quasi soporifera in diversi momenti, non basta Laetizia Casta in lingerie per sbancare l’Auditel. Piuttosto, si è trattato di uno dei momenti più criticati di tutto Sanremo 2014: per carità, l’attrice ha imparato a parlare italiano, sembra molto più intonata di quando nel 1999 canticchiò una versione imbarazzante di Ti Amo, ma il siparietto in Ma ‘ndo vai se la banana non ce l’hai con una mise discutibilissima (miniabito a frange, quasi una lingerie, e stivaloni) è risultato uno spettacolino trash più che un tributo alla straordinaria Monica Vitti.
Alla fine l’apprezzamento maggiore è arrivato per alcune delle esibizioni degli artisti: su tutti Cristiano De André e le sue canzoni entrambe di altissima qualità, il duo Raphael Gualazzi & The Bloody Beetroots, il pop dei Perturbazione. Tra gli ospiti, oltre al criticato Ligabue, si sono distinti un eccezionale Cat Stevens ed un’energica Raffaella Carrà. La seconda serata andrà meglio?