Monuments Men, recensione. Troppo retrò.


INTERAZIONI: 7
Monuments Men, recensione. Troppo retrò.
Monuments Men, recensione. Troppo retrò.

Monuments Men, scritto e diretto da George Clooney e ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, racconta la storia di un gruppo di storici ed esperti d’arte che ricevuto un addestramento militare, formeranno una squadra per recarsi in Europa nel tentativo di sottrarre e salvare, le opere d’arte che ancora non siano state distrutte dai bombardamenti o dal Terzo Reich.

Un gruppo di uomini che rischiano la vita non per vincere una guerra, ma per salvare e fare qualcosa di importante, che lasci un segno e dia un segnale. La missione ricorda in qualche modo Salvate il sodato Ryan, con cui Monuments Men condivide bellicosità e patriottismo. Nel primo caso però attenuata, nel secondo accentuato. Mentre infatti il film di Steven Spielberg brulicava di realismo e di un cinema contemporaneo orientato al futuro, la pecca di Monuments Men  è quella di portare sullo schermo un taglio della storia e un gruppo di protagonisti anacronistici che reggono il colpo solo grazie alla bravura di alcuni (vedi Murray e Cate Blanchett) e al fascino di altri (vedi Matt Damon e lo stesso Clooney). Fosse arrivato in sala 40/50 anni fa, Monuments Men sarebbe stato perfetto, ma oggi lo è decisamente meno.

Rispetto alle sue ultime uscite da regista, Monuments Men rappresenta dunque per Clooney un passo indietro, ma più a livello temporale che altro. Il film resta godibile, spinge più volte verso la riflessione, ma il racconto rimane troppo leggero e passa tra punti di noia e ironia poco convincente, o meglio poco adatta.

Monuments Menarriva è nelle nostre sale da oggi 13 febbraio. Il trailer lo trovate qui.