Nei guai iPad Air: processore A7 sotto grande accusa


INTERAZIONI: 7
iPad Air

Dando alla luce iPad Air, Apple ha immesso sul mercato il primo tablet a fungere con un processore a 64-bit, bruciando tutti gli avversari, ancora fermi a 32. Questa sembrava essere stata una grande intuzione, destinata a farsi rincorrere esasperatamente da tutti gli altri competitors.

Eppure, nelle ultime ore è saltato fuori che il processore A7 avrebbe in realtà violato un brevetto precedentemente depositato dall’Università del Wisconsin. Apple è stata accusata di aver copiato l’intuizione da un sistema noto col nomedi ‘Table based data speculation circuit for parallel processing computer’, una nuova modalità volta ad incrementare esponenzialmente la potenza delle unità di elaborazione. Il brevetto porta la firma di un gruppo di ingegneri della suddetta istituzione scolastica, per cui il coordinatore dell’iniziativa, Gurindar Sohi, avrebbe addirittura ricevuto un rinomato premio (l’Eckert-Mauchly Award).

La denuncia della Wisconsin Alumni Research Foundation ha come oggetto di controversia i brevetti depositati dalla mela morsicata per il processore A7 incluso in iPad Air e iPhone 5S, che fanno riferimento al progetto dei ricercatori esterni. Non è questa la prima volta che Apple, come da sua politica interna, finisce col non citare il lavoro partorito da enti estranei all’azienda.

Stavolta, però, il team dell’ingegnere Sohi è più che mai intenzionato a farsi giustizia nelle sedi opportune, in modo da vedersi ripagati tutti i danni subiti per la violazione, oltre al risanamento di tutte le spese legati affrontate per citare Apple in giudizio.

Gli avvocati che difendono gli interessi della mela dovranno rimboccarsi le maniche per fronteggiare questa nuova battaglia. Non ci saranno ripercussioni sulle vendite di iPad Air, ma il risarcimento economico per il plagio potrebbe essere dietro l’angolo.