Taken 3, sotto a chi tocca


INTERAZIONI: 7
Taken 3, sotto a chi tocca
Taken 3, sotto a chi tocca

Gli hanno rapito la figlia. Gli hanno rapito la moglie. Hanno rapito lui. Cani o gatti non ne ha. A meno di sorprese alla Beautiful il nucleo familiare più stretto dell’ex agente segreto Bryan Mills interpretato a suon di verdoni da Liam Neeson (gli oltre 15 milioni di dollari messi sul piatto gli hanno fatto superare lo scetticismo relativo al secondo film) dovrebbe essere terminato.

Ora che il progetto ha un regista, ossia lo stesso Olivier Megaton del secondo episodio, ci chiediamo chi sarà dunque la vittima del terzo Taken, film nato in sordina come action/thriller e sempre più sulla strada del franchise. E soprattutto quale sarà la trovata interessante della pellicola, se ci sarà?

Nel primo capitolo era quella della telefonata, replicata direi in maniera ridicola nel sequel (e ancor peggio nella traduzione italiana). Nel secondo mi è piaciuta la memorizzazione del tragitto durante il rapimento. Ma in Taken – La vendetta, tra tutta un’altra serie di scene al limite del buon gusto infatti, c’è n’è anche una che mi pare sia passata inosservata, ma che mi ha colpito profondamente e sulla quale vi lascio libera interpretazione.

Bryan Mills è in macchina con l’ex moglie Lenore per le strade di Istanbul, e quando si accorge che un auto li sta seguendo si volta verso di lei e in 10 secondi gli impartisce una serie di ordini (vado a orecchio): appena si ferma la macchina scendi dall’auto, dopo quel bazar c’è un vicolo, entra e prendi la prima a sinistra, sali le scale, trova un corridoio rosso, prendi la seconda a destra, arriva sulla strada, chiama un taxi, raggiungi l’hotel, parla con il direttore della sicurezza, chiedigli una scorta e attendi il mio ritorno. Vai!