Sbarca a Londra Ziferblat il primo “coffice” che si paga a ore


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Gli interni di Ziferblat
Mentre in Italia ancora si specula sulle possibili aperture di Starbucks, la vera novità in tema di caffè e dintorni arriva dalla Russia, passando per l’Inghilterra. Proprio così, ci siamo fatti scappare un’altra idea in uno degli ambiti che più ci è congeniale, il food&beverage: troppo impegnati a rivendicare la paternità di questo o quel piatto, non ci siamo accorti che il resto del mondo si stava organizzando per assecondare le abitudini che cambiano. Eppure, a quanti di noi è capitato di sentirsi invitati ad abbandonare in fretta il tavolo di un bar per fare spazio ad altri clienti? Qualcuno ha provato a sorseggiare lentamente il proprio caffè, ma per quanto piccoli possano essere i tuoi sorsi, un espresso è sempre un espresso. Ma cosa c’entrano con questo i russi? Ebbene, proprio loro hanno trovato la soluzione: si chiama Ziferblat, ed è una catena di locali che dopo dieci sedi tra Mosca e San Pietroburgo, ha aperto anche a Shoreditch, zona londinese “del momento”.

Gli interni sono in stile anni ’50, con comodi tavoli e sedie dove si può star seduti per tutto il tempo che si vuole. In più, caffè, tè, biscotti e wi-fi sono gratuiti. Il trucco c’è ed è un diverso modo di concepire il consumo al bar: il prezzo non lo fa più il prodotto che si acquista ma il tempo che vi si trascorre, il cui costo si aggira intorno ai 4 centesimi di euro al minuto. Come si calcola il conto? All’ingresso si ritira un orologio da tavolo – rigorosamente vintage – e si annota l’orario, all’uscita si fanno due calcoli e si paga. Non c’è un minimo obbligatorio, ci si serve da soli e addirittura ci si può preparare qualcosa nella cucina del bar. Se ne hai voglia puoi lavarti i tuoi piatti, a quanto pare è un momento di grande socializzazione-acchiappo e lavarsi le stoviglie a vicenda sancisce una nuova amicizia-flirt. A disposizione dei clienti c’è anche un pianoforte, utile per concedersi un momento di pausa. Già, perché a un mese dall’apertura londinese sono tanti gli habitué che hanno adottato lo Ziferblat come proprio ufficio. Soluzione, molto diffusa in tempo di tagli alle spese, che prende il nome di coffice ossia metà coffee e metà office. Una postazione in cui nessun collega ti disturba ma allo stesso tempo, se vuoi distrarti, c’è sempre qualcuno con cui chiacchierare. “È uno spazio sociale – spiega il titolare Ivan Mitin – ci piace pensare ai nostri ospiti come micro-proprietari, che condividono uno stesso luogo”.
Del resto Ziferblat nasce proprio come progetto sociale, inizialmente, infatti, si manteneva solo con donazioni spontanee, e l’idea di trasformarlo in locale a tempo è nata per scherzo. Ancora oggi, periodicamente, gli orologi vengono riposti in un cassetto e si torna alle donazioni e ogni volta se ne ottiene un vantaggio economico. Evidentemente sentirsi co-proprietari di un luogo rende i clienti più generosi e sicuramente più attenti e rispettosi di ciò che utilizzano.
Social club, cultural centre, entertainment, self determination, co-working, environmental and social projects: queste sono le sei espressioni chiave che racchiudono la filosofia di Ziferblat, primo candidato a ricevere il premio di Time Out come migliore nuova apertura del 2014.

Ivan Mitin, fondatore di Ziferblat