La verità sul caso Harry Quebert

Joël Dicker - Bompiani - Pag. 779


INTERAZIONI: 8
La verità sul caso Harry Quebert
La verità sul caso Harry Quebert

Joël Dicker, prima della pubblicazione in Italia del suo “La verità sul caso Harry Quebert” da parte di Bompiani, era sconosciuto ai più. Del resto questo tomo di quasi 800 pagine è solo la seconda opera di questo giovane scrittore di non ancora 30 anni, nato a Ginevra. E il suo primo lavoro, per quanto premiato in Francia, in Italia non è stato ancora tradotto. Ma su questo fronte, il “caso Quebert” l’ha largamente ripagato dato che è stato venduto in ben 25 Paesi e – stando ai dati di vendita del 2013 – è tra i libri più venduti in Italia e non solo. Fin qui i numeri. La storia, invece. Primavera 2008, New York, Marcus Goldman, giovane scrittore di successo, è bloccato, non riesce a scrivere una sola riga del romanzo che da lì a poco dovrebbe consegnare al suo editore. Ma qualcosa di imprevedibile sconvolge la sua quotidianità: il suo amico e professore universitario Harry Quebert, uno degli scrittori più osannati d’America, viene accusato di avere ucciso la giovane Nola Kellergan, una ragazzina di 15 anni, scomparsa misteriosamente nella tranquilla cittadina di Aurora nel New Hampshire nell’estate del 1975.

Allora le ricerche della polizia non dettero alcun esito mentre – a distanza di 33 anni – il cadavere della ragazza viene ritrovato nel giardino della villa di Qubert, a Goose Cove, poco fuori Aurora, sulle rive dell’oceano. Convinto dell’innocenza del suo mentore, Marcus abbandona tutto e va nel New Hampshire per condurre la sua personale inchiesta, trovare il vero assassino, scagionare Harry e scrivere un romanzo di grande successo.

Tutto molto lineare ma solo apparentemente perché Goldman scoperchierà un vero vaso di Pandora e alla vicenda principale se ne intrecceranno molte altre, e cose e persone di Aurora non saranno più le stesse agli occhi di Marcus.
Ci si avvicina molto spesso prevenuti ai romanzi best seller di scrittori esordienti e quando la storia non decolla subito – come in questo caso – è facile pensare che ci si trovi di fronte all’ennesima giallo sulla “desolata e perversa provincia americana”. In realtà Dicker sta solo preparando il terreno per quello che poi diventerà un vero gioco di scatole cinesi di cui riesce mirabilmente a tenere le fila nonostante i continui salti temporali tra il 2008 (l’anno in cui Marcus indaga) e il 1975 (l’anno in cui Nola viene uccisa). Nessun personaggio è “minore” perché Dicker “incastra” le una alle altre le vite dei cittadini di Aurora come incastrasse tra loro i tasselli di un puzzle.

E’ vera adrenalina letteraria che si nutre – come ha dichiarato lo stesso autore – di rimandi e omaggi ad alcuni grandi capolavori: “Lolita”, “La macchia umana”, “Psycho”, “I Peccati di Peyton Place”, “Il Grande Gatsby”. Certo il libro non è privo di difetti: una certa verbosità fine a se stessa (son sempre 779 pagine), dialoghi non sempre brillanti (soprattutto tra Nola e Harry) ma la struttura narrativa è impeccabile, nemmeno l’ombra di un’incongruenza. Se un libro riesce a stupirti al punto tale che ci si ritrova a fare commenti ad alta voce mentre si legge, se ogni momento libero è buono per andare avanti anche solo di qualche pagina allora la “regola” sui best seller non sempre è valida.