Un fantastico via vai, recensione


INTERAZIONI: 7
Un fantastico via vai, recensione
Un fantastico via vai, recensione

Un fantastico via vai di commedie che dal 1996, anno del boom con Il ciclone, si alternano ogni due anni sul grande schermo.

Una puntualità quella di Leonardo Pieraccioni, garantita probabilmente dall’omogeneità della produzione. Con un approccio inverso a quello dei cinepanettoni, romantico, riflessivo e mai volgare, il regista e comico toscano si è identificato con uno stile che non ha mai abbandonato, e che ha riproposto di volta in volta senza mai cercarne un’alterazione. E finchè gli incassi continueranno a dargli ragione, o soddisfazione, la cosa potrebbe con cambiare. Dispiace, perchè a mio giudizio l’artista gode di una sensibilità e una creatività che potrebbero puntare, almeno per una volta, così per vedere come viene, più in alto.

Una fantastico via vai non si sottrae dunque alla regola di Pieraccioni, anche se qualcosa di diverso c’è. Il comico non è più il protagonista assoluto e la storia risulta più corale rispetto al passato, non c’è più il classico personaggio femminile a fare da contropeso, e c’è un uomo sposato e maturo. Una serie di elementi che non bastano a creare un’inversione di rotta ma che forniscono a questa commedia, quel tocco e quella particolarità che la elevano rispetto alle precedenti uscite.

Un fantastico via vai unisce la comicità consolidata di attori noti a quella fresca e sbarazzina del gruppo giovane del film, e la fusione funziona visto che non si soffre l’affidamento ai secondi sia dello sviluppo narrativo che del finale. Un fantastico via vai è nelle nostre sale da giovedì 12 dicembre. Il trailer lo trovate qui.