Molière in bicicletta, recensione


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Molière in bicicletta, recensione
Molière in bicicletta, recensione

Molière in bicicletta è il nuovo film di Philippe Le Guay, regista francese già autore dell’affascinante commedia Le donne del 6° piano.

Un aggettivo che può essere traslato anche a questo suo nuovo lavoro, ma con un significato diverso. Molière in bicicletta è un vestito elegante che si fa notare ad una serata in pubblico ma che non si fa ricordare una volta finita la festa. C’è lo stile e la bravura di attori e regista, ma c’è una storia che non sfrutta a dovere il testo su cui si basa, Il Misantropo di Molière, ma che anzi lo sfrutta per dare al pubblico quel che vuole vedere e sentire. Troppo facile e troppo leggera come soluzione.

Molière in bicicletta conferma comunque la buona produzione francese nel genere commedia, e risulta piacevole e riflessiva, sebbene non quanto potrebbe. Campione di incassi in patria, nel nostro paese però faticherà ad ottenere lo stesso consenso, la coppia di amici portata in scena non è quella di Quasi Amici, e a peggiorare l’adattamento è anche l’inevitabile doppiaggio italiano, che per un film del genere risulta decisamente fuori luogo. Sarebbe stata una mossa antieconomica ma sicuramente di spessore, portare in sala Molière in bicicletta con i sottotitoli. Un’ipotesi che però ci si rende conto impossibile visto anche il cambio di titolo utilizzato per essere più comprensibile. L’originale, ma più fine e giusta firma di quel vestito di cui parlavamo all’inizio, è Alceste à bicyclette.

Molière in bicicletta arriva nelle nostre sale giovedì 12 dicembre. Il trailer lo trovate qui.