Ma i cinesi in Italia non muoiono? A Prato, si!


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Prato
Prato

Anche i cinesi muoiono in Italia. Il rogo di Prato l’ha dimostrato.  Eppure credevo che la morte non toccasse gli asiatici che vivono e lavorano in Italia. Io, infatti, di manifesti funebri con estinti cinesi non ne ho mai visti in giro. Forse questa comunità non usa le affissioni per condividere il cordoglio. Forse quando sentono vicino il trapasso ritornano in patria per morire sul suo natio. Mah?!

Eppure di cinesi ne incontro tanti nelle numerose città italiane che frequento. Difficile credere, esclusa la loro immortalità, che siano tutti tanto ricchi da potersi permettere il ritorno alla madrepatria. Ed allora? Cosa succede? Mi domando se tutti i cinesi che vivono e lavorano in Italia siano regolarmente censiti e conosciuti dalle autorità del nostro Paese. Non ho dubbio alcuno sulla regolarità della presenza di coloro che alzano saracinesche, aprono ristoranti, gestiscono centri benessere. Sono integrati nelle città italiane, i figli frequentano le scuole.

Ma di quelli nascosti negli scantinati e nei retrobottega abbiamo qualche notizia? Chi sono, da dove vengono e quando muoiono che fine fanno? Uomini e donne senza nome e senza storia. Uomini e donne sfruttati da connazionali senza scrupoli ma anche da italiani sempre pronti a lamentarsi degli immigrati ma ben più solleciti ad incassarne gli affitti ovviamente in nero, a vendergli le merci a prezzi lievitati, a negargli ogni dignità.

Purtroppo la tragedia di Prato ci ha fatto scoprire che fine fanno i cinesi dopo la morte. Un destino orribile al termine di una vita di privazioni allucinanti. Ma possibile che nessuno abbia visto prima, che nessuno sapesse, che nessuno abbia fatto nulla per impedire uno sfruttamento bestiale lucroso per tanti? Quando il profitto a tutti i costi diventa l’unica misura dell’esistere e dell’agire l’uomo diventa una bestia immorale e crudele.