Il Sud è niente, recensione


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Il Sud è niente, recensione
Il Sud è niente, recensione

Il Sud è niente, ma i suoi registi vanno forte.

Dopo l’esordio cinematografico della scorsa settimana del palermitano Pif, l’opera prima di Fabio Mollo, regista di Reggio Calabria, ci costringe a prolungare quegli applausi che la sua pellicola ha riscosso nei vari festival a cui ha partecipato. Tra questi citiamo su tutti Toronto e Roma, anche se riguardo a quest’ultimo rimane misteriosa, almeno per me, la scelta di non inserire Il Sud è niente tra i film in concorso. Nessun favoritismo, ovvio, solo che una maggiore attenzione nei confronti di un prodotto nostrano di tale pregevole fattura, non avrebbe disturbato.

Il Sud è niente è tutto quello che non ti aspetti da un film con un titolo del genere, e da una coppia di esordienti come lo sono il regista e la giovane protagonista Miriam Karlkvist. I due soggetti si fondono. Il primo ci mette l’anima il secondo il corpo ma si tratta di due espressioni di un’equazione che rendono vera l’uguaglianza. Certo c’è anche la variabile, ed è quella che rende questa pellicola imperfetta, ma piuttosto che sprecare calcoli nel tentativo di interpretarla, mi soffermerei sui valori noti, evidenti di una pellicola che emoziona, racconta e accusa in maniera diretta e inequivocabile. Convincente anche la prova di Vinicio Marchioni, che fornisce il giusto contrappeso affinchè la narrazione resti equilibrata.

Il Sud è niente racconta la storia di Grazia, adolescente di Reggio Calabria, segnata dalla morte del fratello di cui il padre non ha voluto mai parlare. Una notte però Grazia crede di rivederlo e inizia a cercare risposte.

Il Sud è niente arriva nelle nostre sale giovedì 5 dicembre. Il trailer lo trovate qui.