La mafia uccide solo d’estate, recensione


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La mafia uccide solo d'estate, recensione
La mafia uccide solo d’estate, recensione

La mafia uccide solo d’estate è il film che segna l’esordio alla regia cinematografica di Pierfrancesco Diliberto, meglio conosciuto come Pif. Una conoscenza approfondita negli anni, che attraverso il personaggio ci ha portato a comprendere l’autore.

Un sostantivo quest’ultimo da usare sempre con cautela, ma verso cui sento di di poter orientare questo film. Applaudito all’ultimo Torino Film Festival (ancora in corso, termina il 30 novembre), La mafia uccide solo d’estate, è un giro in vespa alla Caro Diario in una Palermo dove i quartieri sono quelli delle stragi mafiose, i monumenti quelli a film come Forrest Gump o La vita è bella, e la sensibilità quella di un uomo speciale, verso pazzo ma non ancora. Quasi scemo.

L’andatura caracollante con cui guida il mezzo segue però un percorso ben preciso e delineato tra commedia e dramma senza mai sbilanciarsi quel tanto da provocare una caduta. Rischiarla sicuramente sì, come ad esempio nel finale o nell’uso sempre presente di una morale, ma fa parte di una guida che ha richiesto e richiede un impegno, sia da parte di chi conduce che di chi guarda, più civile che di comprensione.

La mafia uccide solo d’estate,  arriva nelle nostre sale giovedì 28 novembre. Il trailer lo trovate qui.