Cane a pranzo: niente razzismo per cucine straniere


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Cane
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Teste di cane in macelleria. La cucina orientale invade l’Italia. Cane a pranzo e cena in zuppa, al sugo e con patate. La provocazione è un pugno allo stomaco, la notizia è infondata. Almeno per il momento, ma presto diventerà realtà.

Lo scontro culturale e gastronomico è appena cominciato. L’Italia accoglie un numero sempre crescente d’immigrati orientali che portano nel nostro paese lingue, stili di vita, cibi diversi. L’accoglienza e l’integrazione sono una ricchezza da tutelare. Adoro -come milioni di persone- ascoltare musiche nuove, danzare balli sconosciuti, sorseggiare bevande esotiche, visitare templi e mangiare cibi mai assaggiati. D’altro canto i ristoranti etnici fanno fortuna in tutte le nostre città.

Perché allora stupirsi, scandalizzarsi, indignarsi se qualche ristoratore orientale chiede d’importare e servire in Italia anche i cani che vengono abitualmente macellati e mangiati in tutto l’Oriente? Comprendo che il cane da mangiare non posso piacere a tutti. Capisco che i sentimenti verso gli animali mutino di popolo in popolo, ma se il cane viene lavorato e cucinato nel rispetto delle leggi e delle norme igienico-sanitarie perché discriminare un popolo che lo consuma abitualmente e vuole diffonderne il gusto anche a noi?

I canisti indignati sono gli stessi che al ristorante cinese non esitano a pasteggiare con molto gusto a base di pollo, gamberetti, anatre, maiale e pesci vari; come se questi esseri viventi al par del cane abbiano desiderato ardentemente di finire nel nostro piatto. E che dire di coloro che – con lo stesso piacere – addentano bistecche di manzo e cosce di coniglio ma sono pronti alle barricate per difendere Fuffi dalle grinfie del cuoco?

Mutatis mutandis proibire il consumo di teste di cane in Italia sarebbe come impedire ad una comunità d’oltremare di praticare il proprio culto, celebrare le proprie feste civili, ascoltare i propri cantanti preferiti. Sarebbe una sorta di razzismo enogastronomico che, cave canem, un paese civile ed accogliente non può permettersi.