Mi sto allattando: salviamo il latte materno


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Latte materno
Latte materno

Il latte materno è il miglior alimento del mondo. Il neonato nutrito con latte materno cresce sano, sereno, felice. Le case produttrici di latte artificiale fanno di tutto per dissuadere le neo-mamme dall’attaccarsi il bimbo al seno anche con la complicità di qualche pediatra prezzolato. Eppure non c’è esperienza più gratificante per la donna e la sua creatura che donare e ricevere il latte materno. Certo ci vuole fatica, pazienza , tempo. Ma la scienza conferma che l’allattamento sviluppa le barriere immunitarie, tonifica mamma e bambino, perpetua la meravigliosa simbiosi della gravidanza. Inoltre costa poco o nulla perché prodotto in modo naturalissimo.

La saggezza popolare mediterranea utilizza l’espressione “mi sto allattando” per descrivere uno stato di beatitudine ed appagamento totali. Chi di noi non invidia profondamente un neonato semi addormentato che succhia beato dalle mammelle materne? Qualche volta però insorgono problemi . I casi sono abbastanza rari, nonostante gli enormi interessi commerciali e le pressioni sociali che spingono la donna a desistere alla prima difficoltà, ma talvolta è necessario ricorrere al latte altrui. Ed allora perché, invece di correre ad acquistare il latte artificiale, non utilizzare quello donato generosamente da chi ne possiede in abbondanza?

E’ questo il nobile intento della Banca del Latte Umano Donato che raccoglie il latte prodotto in surplus da mamme generose per destinarlo ai bimbi che più hanno bisogno dell’oro bianco: piccoli gravemente prematuri o che hanno gravi malattie dell’apparato gastroenterico o disfunzioni metaboliche. In Italia sono una trentina sostenute dall’impegno dei volontari, spesso genitori che hanno avuto difficoltà con la crescita dei figli, e dalla sinergia con reparti pediatrici d’eccellenza.

La Banca del Latte Umano Donato mette in comunicazione le mamme con latte in abbondanza e quelle che ne sono prive. E’ la moderna evoluzione della balia che nell’antica solidarietà di quartiere era pronta porgere il seno al figlio dell’amica in difficoltà.