Colto in castagna. Dolce ed amara come la vita


INTERAZIONI: 23
castagna
castagna

Adoro l’autunno e le castagne. Né troppo caldo, né troppo freddo. Colori vividi ma non accecanti. Sole che riscalda ma non stordisce. Ed un sottile velo di malinconia silenziosa che favorisce la condivisione delle emozioni.

 

Adoro l’autunno. La deliziosa stagione delle castagne. Un frutto di bosco generoso che per millenni ha sfamato uomini e bestie. Quando la pianura cede il passo alla collina ed alla montagna è più difficile coltivare il grano. La farina diventa dunque non di frumento, ma di castagne. Era il pane quotidiano di pastori, montanari, umili contadini delle valli alpine ed appenniniche. Quello bianco, di frumento, era un lusso da signori. L’umile castagna non ha mai tradito. Le intemperie non scalfiscono la sua tempra ed il suo humus vitale  restituendo un frutto di grande valore nutritivo.  Certo,nascosto tra le spine; ché ogni cosa importante della vita esige d’esser guadagnata con sacrificio. Gli antichi Romani cospargevano il talamo nuziale di ghiande e castagne simbolo beneaugurate di fecondità  per gli sposi e la domus.

 

La castagna può esser bollita, arrostita, essiccata e cento altre cose ancora. Può esser uno stuzzicante antipasto ed un sublime dessert, una sontuosa ancella della pasta ed un complemento delle carni più pregiate. Salsa di castagne e castagne in tutte le salse. E’ tempo di gustarle scollinando per l’Appennino da Acerno a Montella, da Sicignano a Bagnoli.

 

A Calvanico condivido il piacere con Imma Gargiulo protagonista di Masterchef 2011. Una sirena di mare che nuota anche nel sottobosco traendo sapori deliziosi. Quanta energia in un piccolo frutto ideale per affrontare le procelle della navigazione e della vita.

Adoro l’autunno perché è stagione intermedia nel viaggio esistenziale. Sospesa tra l’inizio e la fine, tra la morte e la resurrezione, tra il dolce e l’amaro. Proprio come una castagna.