Una piccola impresa meridionale, recensione


INTERAZIONI: 7
Una piccola impresa meridionale, recensione
Una piccola impresa meridionale, recensione

Che sarebbero stati sorrisi e non risate lo si era intuito già quest’estate dal primo trailer (ne abbiamo parlato qui), ma se la prima reazione è a volte da preferire per potenza di comunicazione, in questo caso non supporta lo scopo.

Una piccola impresa meridionale vuole parlarci di troppe cose, ma affronta gli importanti temi trattati con una leggerezza che rischia di sfociare in superficialità. Il faro di questa commedia non illumina come dovrebbe, ci mostra l’esistenza della costa ma poi dimentica di lanciarci i segnali giusti per orientare la rotta.

Un’impresa dunque quella del regista Rocco Papaleo, riuscita solo in parte, cosa che dispiace perchè gli elementi ci sono tutti e oggi si potrebbe parlare del film con un diverso entusiasmo. Anche il cast non dispiace. Ogni interprete è chiamato ad interpretare una versione diversa da quella che li caratterizza e la cosa è evidente in Scamarcio, che mostra nell’occasione un lato comico dai tempi giusti.

Una piccola impresa meridionale, tratto dall’omonimo romanzo, racconta la storia di un prete che torna nel suo paese dopo aver abbandonato i voti, ma a causa di una situazione familiare già difficile per il tradimento della sorella ai danni del marito, viene invitato da una madre disperata per tutte le voci che già circolano intorno alla sua famiglia, a stabilirsi in un faro, di loro proprietà ben lontano da occhi e orecchie indiscrete. Venuti a sapere del luogo e della presenza dell’ex prete, altre persone però, ognuna col suo bagaglio di problemi sulle spalle, decideranno di trasferirvisi alla ricerca di un posto tranquillo dove poter ritrovare se stessi, dando vita ad una comunità bizzarra ed eterogenea. Il tutto mentre una strampalata ditta di ristrutturazione vuole trasformare il faro in un rustico hotel.

Una piccola impresa meridionale arriva nelle nostre sale oggi 17 ottobre.
Il trailer lo trovate qui.