Aspirante vedovo, la recensione


INTERAZIONI: 7
Aspirante vedovo, la recensione
Aspirante vedovo, la recensione

Più che un remake un omaggio dice il regista. Sono d’accordo. Aspirante vedovo, il nuovo film di Massimo Venier, già regista di diverse pellicole del trio Aldo, Giovanni e Giacomo (tra cui le prime due e quindi diciamo pure le migliori), si rifà a Il vedovo di Dino Risi ma non lo ricalca.

Ed è anche giusto, ma la riverenza con cui si parte già dal titolo con quell’aggettivo aspirante, è sì elegante ma forse eccessiva. Il risultato è quindi una mancanza di personalità per una pellicola che ha avuto comunque il coraggio di osare un parallelismo in un paese dove il classico, definito tale a ragione o meno, viene considerato intoccabile. Nonostante le potenzialità comiche della coppia protagonista, Aspirante vedovo non cerca di far ridere, o almeno non sembra, ma si chiude in un vicolo cieco fatto di luoghi comuni e umorismo nero che se non viene spinto nella giusta misura può risultare anche frustrante.

Nel ruolo che fu del sempre e comunque inimitabile Alberto Sordi troviamo Fabio de Luigi, e in quello di Franca Valeri la torinese Luciana Littizzetto il cui impiego non sembra sfruttato al meglio. Aspirante vedovo racconta la storia di un imprenditore che contrariamente alla moglie, è incapace di far prosperare la sua azienda facendola cadere in rovina, ma quando l’aereo della moglie precipita si ritrova improvvisamente miliardario in quanto erede. Scoperto però che per un caso fortuito la donna non era sull’aereo, e avendo assaporato la nuova ricchezza, Alberto Nardi decide che sarà lui ad ucciderla.

Aspirante vedovo arriva nelle nostre sale oggi 10 ottobre.
Il trailer lo trovate qui.