In diecimila in corteo a Giugliano per dire no all’inceneritore


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La manifestazione di ieri a Giugliano

Diecimila persone sono sfilate ieri sera in corteo per le strade di Giugliano, in provincia di Napoli, per dire no all’inceneritore. Uno spettro che la Regione Campania non ha ancora allontanato nonostante le proteste della cittadinanza martoriata da anni di emergenza rifiuti. Un’emergenza che la cittadina a nord di Napoli ha pagato più di tutti visto che sul suo territorio, a Taverna del Re, sono stoccate migliaia di tonnellate di ecoballe frutto dei rifiuti di tutta la regione durante l’emergenza decennale. Così ieri le strade della città si sono riempite di persone decise a far rispettare una volta per tutte il proprio diritto alla vita.

Un enorme serpentone, con in testa i bambini a testimoniare la preoccupazione di un intero popolo, si è snodato per le strade principali. Ha raggiunto prima la sede del comune per un piccolo sit in per poi continuare fino a piazza Matteotti, diventata luogo simbolo della lotta contro il biocidio a cui è soggetta la Terra dei Fuochi. Un intero lembo di terra tra Napoli Nord e Caserta condannata a morte da un inquinamento trentennale. Proprio da quei paesi che compongono quella striscia di terra provenivano gran parte dei manifestanti.

In strada non c’erano solo i cittadini giuglianesi ma i vicini di tutte quelle cittadine dimenticate dallo stato e lasciate a morire di una morte lenta e dolorosa con una crescita esponenziale di malattie dovuto all’inquinamento ambientale. Tra le migliaia di persone comuni c’era anche Padre Maurizio Patriciello che, come sempre, era accanto agli abitanti della Terra dei Fuochi a rivendicare l’attenzione delle istituzioni e a chiedere di evitare l’ennesimo schiaffo ad una terra martoriata.