Mi sono inventato un lavoro come Steve Jobs


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Steve Jobs
Steve Jobs

Lo sconosciuto non mi ha chiesto nulla. Mi ha porto con gentilezza la copia del quotidiano dicendomi “ se volete leggere, un pensiero a piacere vostro”. Il treno era in procinto di partire. Ho preso il giornale e gli ho allungato pochi spiccioli, ringraziandolo per la premura.

La scena si verifica sovente sui convogli del servizio ferroviario regionale. Qualcuno si è inventato un vero e proprio lavoro. Fa incetta dei quotidiani distribuiti gratuitamente a bordo dell’alta velocità e lasciati in vettura dai passeggeri al loro arrivo. Poi li rivende ai viaggiatori metropolitani che così possono leggere il quotidiano con pochi centesimi rispetto al prezzo di vendita. Sono entrato in confidenza con l’anonimo venditore che si è attrezzato anche con un piccolo ferro da stiro per dare una sistemata ai giornali stropicciati e porgerli così perfetti al nuovo utilizzatore.

Con la sua opera ripulisce le carrozze, permette al giornale di vivere dopo il primo utilizzo, favorisce la circolazione delle idee anche a chi non ha il tempo o la possibilità di acquistare a prezzo pieno il quotidiano in edicola. Mi ha anche spiegato che ci sono coloro che all’alba s’impadroniscono della free press e ne rivendono le copie a dieci centesimi su bus e metropolitane. Ho rivisto di recente “Social Network “ la pellicola che racconta la contesa per la nascita di Facebook .

Il rettore di Harvard dichiara in una scena del film che gli studenti dell’ateneo “piuttosto che cercarsi un lavoro preferiscono inventarselo a proprio uso e consumo”. Proprio quello che ha fatto il rivenditore ambulante di quotidiani il quale di certo sarebbe piaciuto – altro ateneo ed altra storia – anche a Steve Jobs: “siate folli, siate affamati”.