Casal di Principe, falde inquinate e cittadini lasciati senza acqua potabile


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Le operazioni di scavo a Casal di Principe

Dopo gli scavi in diversi terreni della cittadina di Casal di Principe, dove i collaboratori di giustizia ex appartenenti al clan dei Casalesi avevano segnalato la presenza di rifiuti tossici, arriva anche la conferma dagli esami tecnici della compromissione delle falde acquifere. Le analisi dell’Arpac hanno stabilito la presenza di diversi elementi chimici cancerogeni all’interno delle falde acquifere di Casal di Principe. Si tratta dell’ennesima conferma data dai terreni della cittadina del casertano mortificata dagli sversamenti illegali di rifiuti tossici in diversi campi della zona a profondità anche di nove metri.

Il commissario prefettizio ha deciso di vietare l’utilizzo dei pozzi a tutti i cittadini di Casal di Principe. Si tratta, di fatto, dell’ennesima misura restrittiva decisa dall’autorità governativa che lascia una parte degli abitanti senza acqua potabile. Allo stato, di fatto, circa il 40% della cittadinanza non ha a disposizione acqua potabile e questa situazione si protrae da diverso tempo. Sono in molti nella cittadina casertana a denunciare che sia l’amministrazione sciolta per infiltrazione camorristica che l’attuale commissario fossero a conoscenza da tempo della compromissione delle falde acquifere. Almeno dalle precedenti analisi commissionate e le cui conclusioni sono state rese note il 10 novembre 2011.

Quasi due anni, lo stesso periodo da quando sono partiti i disagi per la popolazione e l’approvvigionamento di acqua potabile dovute a ben due ordinanze, precedenti a quella dei pozzi, che annunciavano le difficoltà idriche. Ciò che è stato rinvenuto all’interno delle falde acquifere è agghiacciante. Le analisi hanno rilevato la contaminazione delle acque tramite tetracloroetilene, triclorometano, alluminio, ferro e piombo. Tutte sostanze derivanti da trattamenti industriali e tutte altamente tossiche tanto da non poter essere smaltite nelle fognature. Di fatto la loro presenza ha compromesso l’acqua dei casalesi forse irrimediabilmente.