Cartoline dalla “Terra dei Fuochi”. «Presidente non vogliamo morire»


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terra dei fuochi
Un’immagine sulle cartoline inviate

Quarantacinquemila cartoline. Sette madri che piangono i propri figli. E’ questo l’ultimo messaggio che i cittadini della cosiddetta “Terra dei Fuochi” hanno deciso di mandare alle istituzioni. L’ultimo, disperato appello di una terra che lentamente sta morendo nell’indifferenza di chi dovrebbe proteggerla. Così gli abitanti delle cittadine condannate a morte dall’inquinamento, nel lembo di terra tra Napoli Nord e Caserta, hanno deciso di inviare delle cartoline al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a Papa Francesco, al presidente del Consiglio, Enrico Letta e a tutte le principali autorità nazionali e regionali.

Cartoline con sù delle foto di madri che piangono i propri figli morti di tumore. Sette madri che hanno scelto di metterci la faccia e rendere pubblico il proprio dolore pur di provare a riscattare una terra altrimenti destinata alla morte. L’iniziativa è stata ideata da colui che è ormai diventato un simbolo della lotta ai roghi tossici: il parroco di Caivano, don Maurizio Patriciello. Si tratta dell’ennesimo gesto di lotta messo in campo da un parroco di periferia che ha scelto di non arrendersi e per “amore del suo popolo” di non tacere.

Padre Maurizio ha raccolto le quarantacinquemila cartoline e le ha inviate alle istituzioni in attesa di un segnale, di qualche risposta. La scorsa settimana il parroco incontrò Papa Francesco in un’uscita pubblica del Pontefice che si è impegnato a dare voce al disastro ambientale nella “Terra dei Fuochi”. Sull’iniziativa voluta dal parroco si è espresso anche lo scrittore Roberto Saviano diventando anch’egli portavoce di una situazione che aveva già denunciato nel 2006 nel suo bestseller “Gomorra”. Proprio a lui si è rivolto don Patriciello chiedendogli di venire a Caivano per fare da amplificatore alla lotta della cittadinanza contro le ecomafie.