Ilva, Riva minaccia 1.500 esuberi per il sequestro del Gip


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La sede della Riva Acciaio

La proprietà dell’Ilva di Taranto ha annunciato che, a causa dei sequestri del Gip del Tribunale tarantino, sequestri preventivi per l’accusa di disastro ambientale mossa proprio al gotha dell’azienda, ci saranno 1.500 esuberi all’interno delle aziende del gruppo. Così, ancora una volta i cittadini di Taranto si trovano a dover sottostare all’aut aut, o tutela della propria salute o diritto al lavoro, ma a subire stavolta saranno anche tutte le famiglie impiegate in azienda della ditta in tutta Italia. In particolare il gruppo Riva ha annunciato che i provvedimenti di esubero riguarderanno tutte e tredici le società riconducibili alla famiglia ed esterne all’Ilva.

Si tratta di tutte quelle società oggetto del sequestro preventivo per un valore complessivo dell’ammontare di 916 milioni di euro eseguito dalla Guardia di Finanza ai danni del gruppo. Una perdita troppo grave secondo la proprietà tale da metterla in condizione di licenziare 1.500 addetti. La decisione della proprietà è stata resa nota dai delegati nazionali della Uilm che sono venuti a conoscenza della circostanza. Sostanzialmente si tratta di tutte le attività collaterali all’Ilva di Taranto e tutto l’indotto dell’azienda che complessivamente dà lavoro a 1.400 persone in diversi stabilimenti in tutta Italia.

Dal canto suo la Riva Acciaio ha semplicemente confermato con una nota che a partire da oggi verranno cessate tutte le attività relative al gruppo ma non comprese nel perimetro operativo dell’Ilva. Di fatto tutte le aziende dell’indotto riconducibili al gruppo ma non situate strettamente all’interno del perimetro dello stabilimento tarantino cesseranno la propria attività. Da oggi, senza preavviso e con una semplice nota, 1.400 persone almeno si troveranno senza azienda e senza lavoro. Oggi l’incontro con i sindacati per definire i dettagli e comunicare l’impossibilità di pagare gli stipendi.