Siria, i ribelli dicono no al piano russo sulle armi chimiche


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Il ministro degli Esteri francese, Fabius

L’esercito ribelle siriano non ne vuole sapere nulla del piano di consegna delle armi chimiche del regime di Assad alla Russia. Arriva un no secco da parte dei ribelli siriani alla proposta avanzata dalla diplomazia russa e su cui sta riflettendo anche l’amministrazione Obama. Secondo i ribelli non sarebbe una soluzione accettabile della questione e rimarrebbe la pericolosità del regime di Assad. L’annuncio è arrivato, tramite un messaggio diffuso su Youtube, da parte del capo militare dell’Esercito Siriano Libero, il generale Selim Idriss.

Si complica così la trattativa per una soluzione diplomatica che eviti l’intervento armati. D’altronde era plausibile che arrivasse un no dall’esercito ribelle visto che da tempo invoca l’intervento armato straniero e che comunque combatte sfruttando anche forniture di armi, mai confermate ufficialmente, da parte di paesi stranieri. Un ulteriore stop, però, alla soluzione diplomatica sembra essere arrivato anche dal nuovo principale alleato degli Stati Uniti nella campagna militare siriana. Si tratta della Francia che, tramite il ministro degli Esteri, Laurent Fabius, ha inviato segnali tutt’altro che distensivi.

In un’intervista all’emittente francese RTL, il ministro ha accusato ancora una volta Assad per l’utilizzo di armi chimiche durante gli attacchi dello scorso 21 agosto. Secondo il titolare del dicastero, non ci sono dubbi che l’unico a poter utilizzare il gas nervino nell’attacco potesse essere il regime di Assad. «Gli unici a possedere gli stock di armi chimiche sono le forze governative e il loro è senza dubbio da attribuire ad Assad». E’ questa la conclusione raggiunta da Fabius che sembra non lasciare spazio ad alcun intervento diplomatico.