Mai rinviare l’invito a cena di un amico! Addio Roberto Gianani


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Roberto Gianani
Roberto Gianani

Ho commesso un grave errore nel mese di luglio. Ho rinviato l’invito a cena dell’amico editore Roberto Gianani che, con la sua amorevole cordialità, stava organizzando un mio soggiorno ad Anacapri. Un impegno di lavoro, la disdetta, il rinvio a settembre. Il suo commiato  mi aveva stupito: “speriamo che questa cena, caro Peppe, riusciremo a farla”. Rimasi senza parole.

Mi aveva detto di un problema di salute, ma non avevo compreso fosse così grave. L’amico Bob è morto colpito da un male terribile che ha affrontato con la forza di un vero uomo di mare di fronte alle tempeste più impetuose della vita. Quella cena ad Anacapri non riusciremo a viverla più.

Quando ho appreso la triste notizia della tua scomparsa, caro Comandante Gianani, ho pensato ad “Afrodita” di Isabel Allende. E’ un viaggio tra eros e cucina che, con le spezie dell’ironia, diventa una metafora di vita.

“Mi pento – scrive l’Autrice-  delle diete, dei piatti prelibati rifiutati per vanità, come mi rammarico di tutte le occasioni di fare l’amore che ho lasciato correre… Non posso separare l’erotismo dal cibo e non vedo nessun buon motivo per farlo; al contrario, ho intenzione di continuare a godere di entrambi fino a quando le forze e il buon umore me lo consentiranno”.

Tu Roberto, ci sei riuscito. Io no, purtroppo. E morendo mi hai dato una grande lezione di vita. Sono pentito di aver rinviato il tuo invito a cena. Spero di aver l’occasione, in Paradiso, di rimediare all’errore e m’impegno a non rinviare questi momenti conviviali con le persone care come te nella consapevolezza che domani potrei non aver più la possibilità di viverli.

Roberto Gianani era una persona umile e solare, riflessiva e creativa, amante del mare e del vento. Proprio la comune passione per il mare aveva incrociato le rotte della nostra vita. Da qualche anno mi aveva voluto a bordo di “Isole” una raffinata pubblicazione dedicata ai viaggi ed alla cultura del mare. Apprezzava il mio lavoro, e me lo diceva spesso, ma soprattutto eravamo in sintonia esistenziale: il mare era il nostro grembo ispiratore. Quando avevamo un dubbio, dovevamo inseguire un’idea labile e sfuggente, ritrovare il gusto della vita incontravamo il mare. Passeggiando sulla riva, concedendoci ampie bracciate, spiegando le vele al vento.

Il Comandante Gianani mi ha insegnato tante cose sul mare e le sue creature, le vele e le prue, gli uomini e le rotte, gli approdi e le burrasche, i libri e la musica. Mi mancheranno le sue telefonate affettuose, i suoi spaghetti a bordo, la sua voglia di scrivere ogni giorno un nuovo capitolo, le belle discussioni su di uno scrittore o un cantautore, un buon vino o una pietanza nostrana. Addio Comandante! Un abbraccio forte alla tua bella famiglia ed a tutti i tuoi amici. Sappiamo che quando avremo voglia di ritrovare il tuo sorriso non dovremo far altro che guardare il mare in direzione di Anacapri.