Omicidio Cucchi, secondo il tribunale «E’ morto di malnutrizione»


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Il 31enne Stefano Cucchi

Stefano Cucchi è morto di malnutrizione. E’ questa la tesi sostenuta dalla terza sezione della Corte d’Assise di Roma che ha condannato i medici che soccorsero il giovane dopo l’arresto per omicidio colposo. Nelle 188 pagine di motivazione al dispositivo di sentenza redatte dai giudici a quasi due mesi dalla pronuncia in aula, c’è scritto nero su bianco che a provocare la morte del giovane sarebbe stata la malnutrizione. In particolare, secondo i giudici di primo grado, il 31enne geometra è morto per la cosiddetta “sindrome di inanizione”.

Per la Corte si tratterebbe dell’unica motivazione valida e scientificamente provata dell’improvviso calo di peso di giovane, come dimostrato dalle impressionanti foto scattate dalla sorella Ilaria nella camera mortuaria. Secondo i giudici è da ritenersi valida la ricostruzione fatta in aula dai periti del tribunale che avevano avanzato questa ipotesi a fronte di quelle presentate da difesa e parte civile. Secondo i periti di parte della difesa Cucchi era morto per un improvviso arresto cardiaco indipendente dalle cure che i sanitari dell’ospedale “Sandro Pertini” gli avevano prestato. L’opinione dei periti della famiglia Cucchi è invece che il giovane era morto in seguito ai danni provocati dalle percosse alla colonna vertebrale subite dal giovane quando era ancora in caserma.

Per i giudici invece, la morte è stata causata dall’inadeguata nutrizione prestata dai medici del Pertini che sono così stati condannati tutti per omicidio colposo. Non sono stati condannati né militari, mai arrivati a giudizio, né poliziotti penitenziari e infermieri proprio perché non sono stati i soggetti che hanno provocato la morte per colpa del giovane. La Corte, di fronte alle evidenze delle prove fornite dai legali della famiglia Cucchi, hanno comunque definito possibile il pestaggio da parte dei Carabinieri nel corso dell’arresto datato 15 ottobre 2009.