Siria, Assad: «E’ uno scontro storico e vinceremo». Forze schierate nel Mediterraneo


INTERAZIONI: 26
Usa
Barack Obama, presidente Usa

L’attacco da parte degli Alleati è praticamente ad un passo. Si aspetta solo la scintilla. Alla prima conferma, qualsiasi sarà la fonte, dell’utilizzo di armi chimiche sui civili, Stati Uniti e Gran Bretagna attaccheranno. Lo faranno anche indipendentemente dal permesso dell’Onu. Secondo il governo inglese, infatti, ci sono i presupposti per le “ragioni umanitarie” dell’intervento armato. Così potrebbero non fare in tempo gli ispettori Onu a formalizzare la loro relazione che già l’asse Usa-Gran Bretagna, avrà effettuato i primi raid sui siti sensibili militari siriani.

Obama ha dichiarato di non volere un altro Iraq e aspetto prove certe dalla sua Intelligence. La sensazione è che però ormai sia tutto pronto visto che il Mediterraneo è praticamente invaso dalle navi da guerra dell’asse Usa-Gb. Tutte le basi sono pronte all’attacco e serve solo il via da parte del presidente americano. Dal canto suo l’Europa prova a frenare e ad affidarsi all’Onu, quasi a non volersi prendere la responsabilità dell’attacco. Dopo le perplessità dei giorni scorsi e la differenza di vedute, Germania e Francia sono concordi che sia necessaria una “risposta” da parte della comunità internazionale all’utilizzo di armi chimiche ma sembra che vogliano attendere la certezza da parte degli ispettori Onu.

Intanto il presidente siriano, Bashar al Assad continua ad ammonire le potenze occidentali e a metterle in guardia sulla pericolosità di un attacco al suo paese. In particolare ha parlato di «uno scontro storico nel quale vinceremo» acuendo quel muro contro muro che ancora una volta sembra contrapporre Occidente e Medio Oriente, mettendo definitivamente da parte una soluzione politica della crisi.