Sentenza Mediaset. La Cassazione: «Berlusconi ideò sistema illecito»


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Silvio Berlusconi, proprietario Mediaset

La sezione feriale della Corte di Cassazione ha depositato questa mattina le motivazioni alla sentenza definitiva ai danni del leader del Pdl, Silvio Berlusconi. La Suprema Corte ha sostanzialmente ricalcato le motivazioni dei giudici di merito confermando il sistema di frode costante che Berlusconi ha ideato per portare proventi illeciti alla propria azienda. In particolare si trattava di un sistema che permetteva delle detrazioni fiscali alla Mediaset anche a distanza di tempo visto che il guadagno iniziale sui diritti si ripercuoteva ogni volta che i prodotti acquistati venivano ritrasmessi.

Gli ermellini scrivono: «Silvio Berlusconi fu ideatore del meccanismo del giro dei diritti che a distanza di anni continuava a produrre effetti (illeciti) di riduzione fiscale per le aziende a lui facenti capo in vario modo. Conoscendo perfettamente il meccanismo, ha lasciato che tutto proseguisse inalterato mantenendo nelle posizione strategiche i soggetti dal lui scelti e che continuavano a occuparsi della gestione in modo da consentire la perdurante lievitazione dei costi di Mediaset a fini di evasione fiscale». Parole chiare che danno ragione alla Corte d’Appello di Milano che ha condannato l’ex premier proprio per questo sistema.

Inoltre, dalle parole dei giudici della Suprema Corte è chiaro che il proprietario di Mediaset, nonostante non avesse più un ruolo manageriale all’interno dell’azienda, fosse ben a conoscenza di questo sistema illecito e non avesse fatto nulla per fermarlo continuando a goderne a scopi evasivi. La Cassazione ha inoltre respinto con forza l’ipotesi difensiva più volte sostenuta che: «vorrebbe tratteggiare una sorta di colossale truffa ordita per anni ai danni di Berlusconi da parte dei personaggi da lui scelti e mantenuti nel corso degli anni in posizioni strategiche».