Siria, attacco vicino. L’Onu chiede quattro giorni per finire l’ispezione


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Il presidente Usa, Barack Obama

E’ vicinissima la svolta in Siria. Una svolta che non promette nient’altro che un attacco militare. L’ultimo baluardo per un possibile differimento dell’attacco è rappresentato dall’ispezione voluta dall’Onu. Secondo Ban Ki Moon ci vorranno altri quattro giorni perché gli ispettori riescano a completare il proprio lavoro riguardo l’eventuale utilizzo delle armi chimiche da parte dell’esercito di Assad. Gli Stati Uniti però, non sembrano voler attendere la relazione degli ispettori convinti come sono che ormai ci siano le prove del loro utilizzo. Secondo gli Usa l’utilizzo di armi è provato da alcune intercettazioni telefoniche in possesso dell’Intelligence americana.

Così i primi raid aerei potrebbero iniziare già da domani senza attendere il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Gli Stati Uniti sono consapevoli del fatto che all’interno del consiglio di sicurezza sicuramente la Russia porrà il veto a qualsiasi azione militare. Lo stesso farà per adesso anche la Cina, alleato strategico dei russi e per nulla d’accordo con la soluzione militare nell’area. Così l’amministrazione Obama sta vagliando la possibilità di attaccare indipendentemente dalle scelte dell’Onu forzando la mano.

Al suo fianco scenderà in campo senza dubbio lo storico alleato: la Gran Bretagna. Le forze militari britanniche già si stanno preparando all’attacco e anche i rappresentanti più influenti del governo spingono per l’intervento militare. Dal canto suo, invece, l’Italia è decisa ad attendere i risultati dell’ispezione Onu. Secondo il ministro degli Esteri, Emma Bonino, l’unica cosa da fare per il momento è attendere l’esito dell’ispezione e il ruolo dell’Italia riguardo ad un possibile intervento sarà comunque subordinato alle decisioni dell’Onu prima e poi del Parlamento Italiano.