Meglio lo sport praticato che soltanto quello visto e tifato


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Cominciano i campionati di calcio, trionfa la voglia di sport ma purtroppo quasi sempre solo di sport visto e non praticato. L’ Estate è un vero e proprio inno alla voglia di vivere, correre, saltare. Il risveglio della natura corrisponde ad una rinnovata energia umana. Superato lo choc dell’adattamento climatico, abbiamo tutti e ciascuno la possibilità di ritrovare qualche momento da dedicare a noi stessi.

Anche io ho deciso di dare un mio personale contributo alla causa del benessere fisico. Di chili da smaltire ne possiedo in quantità industriale. Ho cominciato una razionale dieta ipocalorica e comincio a svolgere una blanda, per ora, attività fisica. I risultati finora si misurano in etti o centimetri ma confido che nel prossimo futuro la situazione possa evolvere in maniera positiva.

Sto sperimentando sulla mia pelle, o meglio sulla mia pancia, l’evoluzione dallo sport guardato-scritto-parlato allo sport praticato. Sulla dimensione mediatica del mio rapporto con lo sport lascio a voi il giudizio, ma credo di cavarmela abbastanza bene. Sull’aspetto della pratica, dopo un certo fervore adolescenziale sui campi di basket, ho ancora molto da migliorare. Cercherò d’impegnarmi sempre di più su entrambi i fronti.

Il ragionamento autobiografico m’induce anche ad una riflessione su di un fenomeno generalizzato. In Italia ,e specialmente nel Meridione, lo sport mediatico prevale su quello praticato. Tanti guardano la televisione e leggono i giornali. Pochi, troppo pochi, svolgono una costante attività sportiva. Per carenza di spazi e strutture, per mancanza di tempo e volontà. Quello degli spazi e delle strutture è un problema reale che affligge le nostre comunità. Sono sempre pochi i campetti, le piscine, le palestre, i percorsi attrezzati per accogliere coloro che amano indossare costume e scarpette.

La fantasia e la creatività possono però aiutare. Un tratto di spiaggia è perfetto per qualche esercizio all’aria aperta. Il lungomare cittadino va bene per la corsetta tonificante. Il praticello dietro casa può diventare un campetto. Una strada di periferia può esser la pista per una sgambata. Mi rendo conto che di fantasia ce ne vuole tanta per schivare macchine ed inquinamento. Ma sono anche convinto che se aumentano gli sportivi praticanti diminuiscono gli automobilisti impazziti. Gli Enti locali e nazionali, pur alle prese con enormi difficoltà di bilancio, debbono comunque fare la loro parte creando in ogni quartiere angoli adatti per la pratica sportiva popolare.

La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità individua nello sport il miglior antidoto per malanni sociali. Investire oggi sullo sport di tutti e per tutti significa risparmiare oggi e domani sulla sanità grazie alla prevenzione delle patologie dovute alla scarsa attività fisica ed all’invecchiamento.

Il tempo e la volontà competono alle nostre scelte personali. La salute è un bene primario.