Decadenza Berlusconi. Vertice ad Arcore, partito compatto.


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Silvio Berlusconi, leader del Pdl

La linea venuta fuori dal lungo vertice di Arcore di questa sera che ha visto impegnato lo stato maggiore del Popolo della Libertà, è la stessa tenuta sinora da tutto il partito. Tutti i rappresentanti del Pdl sono con il proprio leader Berlusconi e sono decisi a non mollare. Nella riunione durata quattro ore si sono studiate tutte le possibilità a cui può appellarsi il partito ed è chiaro che si farà di tutto per evitare che Berlusconi lasci il proprio scranno a palazzo Madama.

La determinazione del Pdl è chiara anche ascoltando le parole del segretario del partito che è stato il primo a commentare l’andamento del vertice alla sua uscita dal quartier generale di questi giorni di Berlusconi. Nel comunicato di fine vertice, Angelino Alfano ha infatti definito la decadenza di Berlusconi «dalla carica di senatore è impensabile e costituzionalmente inaccettabile». E’ questa la scelta fatta dal partito che è deciso a percorrere la via della costituzionalità della legge Severino seguendo la linea della irretroattività della legge approvata lo scorso anno. Secondo i pidiellini la legge non potrebbe essere applicata al caso di Berlusconi condannato successivamente e per perorare questa ipotesi si stanno appellando anche a costituzionalisti d’accordo con questa linea.

La nota pubblicata da Angelino Alfano è stata l’unico contributo dato ai giornalisti successivamente al vertice. Ad accompagnarlo all’uscita da villa San Martino c’erano anche i capigruppo di Camera e Senato, Renato Brunetta e Renato Schifani oltre a Daniela Santanché. Bocche cucite ma visi determinati di chi ha ormai scelto il muro contro muro ed ha approvato, d’accordo con l’ex premier, la linea dura.