Apache – recensione. A caccia di un’identità.


INTERAZIONI: 7
Apache - recensione. A caccia di un'identità.
Apache – recensione. A caccia di un’identità.

Bella e selvaggia. Questa è la definizione che spesso si sente attribuire alla Corsica dai turisti. Una definizione leggera data da chi abita l’isola solo per un periodo limitato, ma che può rispecchiare comunque un malessere dei propri abitanti. Forse soprattutto dei più giovani.

Ed è su questo aspetto che si concentra Apache, pellicola d’esordio di Thierry de Peretti, che traendo spunto da un fatto di cronaca realmente accaduto racconta la storia di un gruppo di ragazzi che a caccia di stimoli una sera prendono possesso di una lussuosa villa, di cui il padre di uno di loro ne è il custode, per divertirsi e lasciarla il giorno seguente non senza aver rubato alcuni oggetti tra cui anche dei fucili. La bravata però non passa inosservata e i proprietari dell’abitazione scoperto il furto invece di rivolgersi alla polizia chiedono giustizia ad un boss locale, scatenando un susseguirsi di eventi e violenza inaspettati.

Apache, presentato alla Quinzeaine des Realisateurs dell’ultimo Festival di Cannes, è un film di contrasti. Passione e noia, violenza e dolcezza, ricco e povero, turista e abitante. La Corsica portata sullo schermo è quella che non conosci, o meglio di cui intravedi solo l’apparenza, ma è comunque un racconto globale che può essere esteso a qualsiasi altra periferia, a qualsiasi altra realtà dove, soprattutto i ragazzi, faticano ad individuare una propria identità.

Non parliamo di un documentario ma di uno spaccato, che sebbene presenti delle incongruenze e dei limiti nella sua elaborazione finale, resta comunque una pellicola interessante e impreziosita dalla buona interpretazione dei giovani protagonisti, ognuno a suo agio con il personaggio di riferimento.

Apache è arrivato nelle nostre sale il 14 agosto.
Il trailer lo trovate qui.