Più ping pong, meno bulli e drogati


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tavolo da ping pong

Io e mio figlio Alessio abbiamo rischiato grosso, ma alla fine il risultato è davvero brillante. La comune passione per il ping-pong ci ha ispirato una missione impossibile: allestire un campo da tennis tavolo nel salotto domestico. La stanza buona di casa è stata  arredata, con alto gusto estetico, da mia moglie Concetta che non ha lesinato vasi etnici, porta bombon, centrini ricamati, lampade artistiche.

Tutti oggetti di estrema bellezza, ma di ancora più estrema fragilità. La santa donna già ci guardava in cagnesco mentre spostavamo l’arredamento per issare la reticella del trastullo. Già mal sopportava il frastuono ritmico della pallina che le racchette scaraventavano sul tavolo del salotto ed in giro per la casa. Già tremava per i movimenti scomposti a caccia della sfera di celluoide che naturalmente s’infilava tra le sedie, dietro il televisore, a ridosso delle lampade più delicate.

E’ facile immaginare pertanto come abbia accolto l’infausta complicità maschile che ha determinato l’insano proponimento di ampliare la superficie di gioco per rendere le partite ancora più interessanti e , di conseguenza, più  pericolose per l’arredamento casalingo. Dopo lungo studio e meticolosa misurazione ci siamo recati dal falegname per ordinare il legname idoneo allo scopo. Abbiamo verificato il peso delle tavole e la loro capacità di garantire un rimbalzo regolamentare. Le perplessità di mia moglie aumentavano con il trascorrere dei giorni mentre tentavamo, mio figlio ed io, di minimizzare le reali dimensione del tavolo da tennis tavolo. Finalmente l’ora suprema è giunta. Siamo andati a ritirare il legname e l’abbiamo trascinato a casa sospingendolo per le scale ché non entrava in ascensore data la mole.

 

Debbo dire che Concetta, santa moglie, ama molto suo figlio e suo marito. Ha reagito con grande comprensione e dignità allo stravolgimento del salotto chiedendo solo che le tavole da tennis tavolo scomparissero dopo l’uso in un recesso domestico invisibile ai suoi occhi. Siamo riusciti ad accontentarla trovando un pertugio idoneo alla bisogna, anche se adesso le tavolone ostruiscono l’accesso al mio archivio-armadio. Ma potevo mai dolermi di questo con mia moglie ? Ed , in fondo ma molto in fondo, anche lei avrà apprezzato la mutazione genetica del tavolo del salotto in campo da tennis tavolo quasi regolamentare. Per le tavolate estive, a Natale e nelle feste comandate un tavolo più lungo fa sempre comodo per ospitare amici e parenti.

 

Quando abbiamo cominciato a giocare con Alessio scoprendo tutti i pregi del nostro tennis tavolo domestico una tempesta d’emozioni mi ha scombussolato facendomi perdere le prime partite. Sono tornato indietro di tre decenni. Anche mio fratello Gennaro ed io avevamo un tavolone di legno come base per il subbuteo. Anche noi l’avevamo acquistato in una lontana segheria trascinandolo fino a casa. Anche noi compivamo complicate acrobazie architettoniche per sgomberare la stanza e farla diventare un perfetto stadio per il calcio in punta di dito. Mi sono commosso vivendo questo ricorso storico infantile, questo sano ritorno alla manualità in un’era dominata dai videogiochi elettronici.

Poi mio figlio Alessio per inaugurare degnamente il campo da gioco ha invitato un gruppo di amici a giocare con lui. Una decina d’adolescenti ha invaso festosamente e rumorosamente la nostra casa. Il televisore è rimasto spento ed un intero pomeriggio festivo è trascorso tra partite, risate, litigi. Ne sono stato davvero felice e spero che questi ragazzi tornino spesso a casa mia.  Peccato però, ho pensato guardandoli giocare allegri e ripensando ai miei pomeriggi all’Oratorio Salesiano, che siano sempre meno gli spazi pubblici, parrocchiali, educativi a disposizione di questi ragazzi. Una stanza con un tavolo da ping pong, un cortile con un canestro e due porte di calcio, un educatore ed un sacerdote pronti ad un sorriso e ad un consiglio. Quanta droga, quanto bullismo, quanti incidenti riusciremmo ad evitare con una tavola di legno da poche decine d’euro ?!