Il Tar del Lazio boccia il decreto Clini. Rischio emergenza rifiuti a Roma


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Roma
La discarica di Malagrotta a Roma

La seconda sezione bis del Tar del Lazio ha bocciato in parte il decreto dell’allora ministro dell’Ambiente Corrado Clini, che permetteva ai rifiuti di Roma di essere trasportati e trattati negli impianti di Tmb di altre città. Il tribunale amministrativo ha accolto il ricorso presentato dalla provincia di Frosinone, dal comune di Albano e dalla Saf, la società che gestisce l’impianto di smaltimento di Colfelice, contro l’arrivo dei rifiuti della Capitale nei loro impianti di Tmb. Una sentenza a cui il ministero attraverso l’avvocatura dello Stato presenterà ricorso stamattina al Consiglio di Stato.

Senza questi trasferimenti, infatti, il comune di Roma rischia il collasso sotto l’aspetto della gestione dei rifiuti. Per scongiurare un’emergenza l’allora ministro dell’Ambiente, Clini nominò commissario per l’emergenza rifiuti Goffredo Sottile. A Sottile venne affidato, tra gli altri compiti, quello di individuare delle città dove far confluire i rifiuti di Roma in eccesso rispetto alle capacità degli impianti della Capitale. Sottile individuò tre siti di Tmb dove far confluire 450 tonnellate giornaliere dei rifiuti indifferenziati romani. Si tratta proprio dei comuni che hanno presentato ricorso, Viterbo, Albano e Colfelice i cui impianti, tra l’altro, secondo i carabinieri del Noe non lavorano nemmeno a pieno regime.

Per adesso la sentenza non avrà ancora effetti esecutivi e rifiuti romani continueranno ad arrivare nelle province per poi tornare a Roma dopo essere stati trattati. Una volta trattati i rifiuti tornano nella Capitale e vengono destinata alla discarica di Malagrotta. Anche per questo sito la situazione è compromessa visto che è ormai saturo e il suo utilizzo è stato prorogato in via straordinaria fino al prossimo 30 settembre. Dopo quella data il comune dovrà individuarne un altro per scongiurare l’emergenza rifiuti.