Mafia, gip di Palermo non accoglie archiviazione per Schifani


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Il senatore Pdl Renato Schifani

Il gip del tribunale di Palermo Piergiorgio Morosini ha rigettato la richiesta di archiviazione, formulata dalla procura, sul fascicolo che riguarda il senatore del Pdl, Renato Schifani. Nonostante i pm palermitani non abbiano ritenuto bastevoli le dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia per sostenere un giudizio contro il parlamentare, il gip Morosini ha deciso di non accogliere l’istanza e di rinviare per ascoltare ancora una volta le parti. Parti convocate per il prossimo 23 luglio, giorno in cui verranno di nuovo ascoltate e poi il giudice trarrà la sua conclusione. Il giudice palermitano vuole vederci ancora chiaro sulla vicenda che coinvolse l’allora presidente del Senato.

L’indagine risale esattamente a tre anni fa quando il fascicolo su Schifani venne riaperto dopo una precedente archiviazione. Oggetto delle indagini della procura palermitana erano i rapporti di Schifani quando era ancora un avvocato amministrativo. Al primo quadro indiziario, che venne archiviato, si aggiunsero nuovi indizi raccolti dai pm che ottennero di riaprire l’inchiesta. I nuovi indizi riguardavano alcune confessioni dell’allora neo collaboratore di giustizia, Gaspare Spatuzza che già aveva parlato del rapporto tra istituzioni e mafia. In particolare, in virtù della sua vicinanza ai boss di Brancaccio, Giuseppe e Filippo Graviano, aveva raccontato ai giudici di visite che l’allora avvocato Schifani aveva fatto ad un imprenditore suo cliente, Pippo Cosenza, a cui aveva partecipato anche il boss Filippo Graviano.

A queste dichiarazioni si aggiunsero anche quelle di altri due collaboratori di giustizia, Francesco Campanella e Stefano Lo Verso, entrambi vicini al clan mafioso dei Mandalà. Secondo quanto dichiarato in aula nel processo al generale Mario Mori, la cosca aveva in pugno una serie di personaggi politici del Pdl come Schifani appunto, oltre che Marcello Dell’Utri, Totò Cuffaro e Saverio Romano. Inoltre Campanella parlò ancora di rapporti tra Schifani e Nino Mandalà, padre del boss Nicola e anch’egli condannato per mafia. Tutto si concluse con l’archiviazione e una querela di Schifani a Campanella per diffamazione. Anche in questo caso la procura non ritiene sufficienti le dichiarazioni dei collaboratori ma il gip Morosini vuole vederci chiaro prima di prendere una decisione.