Egitto, ultimatum dell’esercito, due giorni a Morsi per lasciare


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Mohammed Morsi, premier Egitto

Sembra essere giunta al capolinea la breve esperienza governativa dell’esecutivo guidato da Mohamed Morsi in Egitto. Dopo le sanguinose insurrezioni che si continuano a verificare da diversi giorni, l’esercito egiziano ha letteralmente minacciato il premier. Quarantotto ore per dimettersi o verrà sollevato con la forza. E’ questo in sintesi il messaggio lanciato dai militari che già all’indomani della primavera araba e della cacciata di Hosni Mubarak guidarono il paese alla transizione democratica. In quel caso la scelta fu forzata dalla nuova contingenza politica, stavolta è una vera e propria determinazione dei generali convinti di poter prendere loro la guida del paese.

Nell’ultimatum lanciato al premier, lo stato maggiore ha detto di agire nell’interesse del popolo egiziano che è chiamato per dovere a tutelare e la cacciata di questo governo rappresenta un vero e proprio atto dovuto nei confronti delle migliaia di persone che sono scese in piazza e di tutto il popolo egiziano che ormai non vuole più Morsi al potere. Di fatto il premier sembra stia percorrendo l’ostinata via già intrapresa da Mubarak ma di cui tutti conoscono l’ epilogo. Lo sanno benissimo anche i suoi cinque ministri che hanno deciso di lasciare l’esecutivo e Morsi a quello che sembra un destino inevitabile.

Intanto sull’asfalto di piazza Tahir, epicentro sia della rivoluzione contro Mubarak che di questo contro Morsi, continua a scorrere il sangue dei manifestanti ma non solo. All’annuncio dell’ultimatum lanciato dell’esercito ci sono stati anche momenti di gioia e di esultanza mentre sullo spazio aereo della piazza volavano gli elicotteri dell’esercito come a voler testimoniare di aver preso il luogo simbolico del potere.