Siria, i morti salgono a centomila. Si allontana la soluzione politica


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Bashar al Assad

Continua ad aggravarsi il bilancio delle vittime della guerra civile che infuria in Siria dal 2011. Secondo l’Osservatorio per i diritti umani siriano le vittime del conflitto hanno superato le centomila unità. Un dato che supera anche quello attestato dagli osservatori dell’Onu che solo poche settimane fa avevano quantificato in 93mila le vittime del conflitto tra cui un numero enorme di vittime tra i bambini. Gli stessi osservatori dell’Onu avevano però parlato di impossibilità di valutare tutte le vittime viste le profonde zone d’ombra create dal regime sull’argomento.

La conferma è purtroppo arrivata da parte dell’Osservatorio siriano che ha raccolto dati sul campo ancora più affidabili e purtroppo più gravi. Il dato diffuso dall’Osservatorio è stato reso noto dalla rete araba Al Arabyia. Intanto sembra allontanarsi l’ipotesi di una pacificazione per via diplomatica. Stati Uniti, Russa e Onu non riescono a trovare un accordo che dia inizio alle trattative per raggiungere la pace in Siria. Il nodo fondamentale è il ruolo che dovrebbe avere il dittatore Bashar al Assad in caso di cessazione del conflitto. La Russia non molla e pone il veto su una sua possibile destituzione.

Complici i numerosi interessi economici in ballo tra il governo russo e il dittatori, Assad dovrebbe rimanere al potere cozzando chiaramente con le richieste degli insorti che lo vogliono lontano dalla Siria. In mezzo, Stati Uniti ed Onu che cercano una mediazione difficilissima da ottenere alle condizioni imposte dalla Russia. Così salta il tavolo per la pacificazione di Ginevra a cui avrebbero dovuto sedersi le due superpotenze, l’Onu e a cui già avevano rinunciato i rappresentanti degli insorti.