Staminali, positivi i test per curare la Sla


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Il professore Angelo Vescovi

Ad un anno di distanza dall’inizio della sperimentazione, hanno dato esito positivo gli studi effettuati con le cellule staminali per la cura della Sla. A comunicarlo è stato il direttore della sperimentazione, Angelo Vescovi, che ha spiegato come le cellule staminali non abbiano provocato nessun problema nei soggetti in cui sono state trapiantate durante tutto l’anno di sperimentazione. Un anno fa era partito proprio il progetto che prevedeva il trapianto di alcune cellule staminali celebrali su sei pazienti scelti per la sperimentazione. Nessun effetto negativo è stato lamentato durante tutto il periodo preso in osservazione e questo può dare inizio anche alla seconda fase della sperimentazione.

Si tratta della fase in cui è previsto il trapianto della zona cervicale del midollo. Un processo delicatissimo ma che potrebbe essere decisivo proprio per curare una malattia degenerativa come la Sla. Proprio a tutti i malati di Sla e alle loro famiglie che si è rivolto il professore Vescovi per ringraziarle della fiducia che hanno conferito al suo gruppo di ricerca. «Voglio ringraziare tutti malati di Sla, le loro famiglie e tutti i donatori che ci hanno dato la loro fiducia e ci hanno permesso di dare inizio alla sperimentazione – ha detto Vescovi che si è anche definito – soddisfatto e orgoglioso». L’equipe di ricerca che sta lavorando alla cura della sclerosi laterale amiotrofica, utilizzando le cellule staminali, lavora a Terni nella locale azienda ospedaliera.

Tutto è cominciato dall’osservazione degli effetti che le staminali riuscivano ad ottenere testandole sugli animali. In quel caso gli scienziati hanno notato che le staminali bloccano il progredire delle malattie degenerative. Da qui la volontà di testare il trapianto di staminali anche sull’uomo con la prima fase, andata a buon fine, in cui dovevano essere valutati gli effetti del trapianto ed eventuali rigetti, e poi con la seconda basata sull’effettivo trapianto della zona cervicale del midollo colpita dalle malattie degenerative.