Stoker, morbosità ed eleganza


INTERAZIONI: 7
Stoker, morbosità ed eleganza
Stoker, morbosità ed eleganza

Per parlare di Stoker bisogna partire dal suo regista. Park Chan-wook è un filmmaker coreano che è riuscito a catturare l’attenzione critica internazionale con il suo Oldboy e la conseguente trilogia della vendetta, di cui il film appena citato era il primo episodio. Un’attenzione che gli è valso un ingaggio ad Hollywood, sempre brava ad accalappiarsi i nuovi talenti, ma molto meno brava a lasciarli liberi una volta presi.

L’esempio più eclatante arriva proprio da altri talentuosi registi asiatici, recentemente sbarcati nella patria del cinema, i cui lavori però si sono dimostrati ombre delle loro capacità e stile. Park Chan-wook però in qualche modo è riuscito a sfuggire a questo destino, e in Stoker è riuscito a mantenere, se non proprio a pieno, il suo tratto. Anche se immaginiamo che girato in Corea la pellicola avrebbe avuto tutto un altro sapore.

Stoker è comunque un film intrigante con un cast composto da Nicole Kidman, Matthew Goode e la giovane Mia Wasikowska, che regala un’interpretazione capace di mettere in ombra quella dell’altra grande star della pellicola. Park Chan-wook si muove tra Hitchcock e Coppola e sulla base di una sceneggiatura di Wentworth Miller (il Michael Scoffield di Prison Break che si rivela un cervellone anche nella vita reale), Stoker racconta la storia di India, la cui improvvisa morte del padre, la porterà alla manifestazione della propria essenza. Questo tra un rapporto con la madre evidenziatosi fragile, e l’ingresso in famiglia del fratello del padre, uomo fino ad allora sconosciuto. Il tutto tra morbosità, follia e eleganza stilistica.

Stoker arriva nelle nostre sale giovedì 20 giugno.
Il trailer lo trovate qui.