Operaio ferito all’Ilva. Sciopero dei sindacati


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Ilva Taranto

Ci sono volute oltre due ore per soccorrere l’operaio che questa mattina è caduto da un ponteggio nell’“Acciaieria 1” dell’Ilva di Taranto. L’uomo era caduto in una zona che non poteva essere raggiunta dai vigili del fuoco se non tramite l’ascensore che però era fuori uso. Per questo motivo i sindacati metalmeccanici, Fim, Fiom e Uilm hanno deciso di proclamare lo sciopero partito dalle undici di questa mattina e che durerà fino a domattina alle sette.

 

 

La protesta è chiaramente volta ad attirare l’attenzione sulle precarie condizioni di sicurezza in cui sono costretti a lavorare gli operai dell’azienda di Taranto. L’episodio odierno dimostra l’inefficienza dei sistemi elementari di tutela della salute degli operai e il ritardo di due ore, dovuto alle carenze strutturali dell’azienda, sarebbe potuto essere fatale per il lavoratore. Se alla situazione quotidiana si aggiungono anche le cause che determinano l’inquinamento ambientale per cui i vertici dell’Ilva sono sotto inchiesta, il lavoro nelle acciaierie tarantine diventa impossibile.

 

Sono mesi che l’Ilva è al centro di un acceso dibattito per le condizioni in cui sono costretti a lavorare gli operai e per i danni che le emissioni hanno provocato alla popolazione ma allo stato il governo ha deciso di non fermare la produzione con un decreto apposito, il decreto “Salva Taranto” che molti in città chiamano a ragione “Salva Ilva”.

Dal canto suo la popolazione si trova a dover scegliere se cedere al ricatto occupazionale e non lamentare i disagi subiti o chiedere la definitiva chiusura dello stabilimento che tarda nella costosa messa in sicurezza degli impianti.