No, i giorni dell’arcobaleno, non poteva piovere per sempre


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No, i giorni dell'arcobaleno, non poteva piovere per sempre
No, i giorni dell’arcobaleno, non poteva piovere per sempre

No, i giorni dell’arcobaleno è il nuovo film del cileno Pablo Larraìn, già regista di Tony Manero e Post Mortem, due sorprendenti pellicole che in modi e tempi differenti hanno raccontato la dittatura cilena iniziata nel 1973 con Augusto Pinochet.

Con Tony Manero ad essere mostrato era il malessere sociale causato dalla dittatura, che il popolo aveva somatizzato, mentre in Post Mortem si raccontava l’inizio di questo periodo buio della storia cilena attraverso il funzionario di un obitorio sempre più affollato.

Con il film No, i giorni dell’arcobaleno invece, Pablo Larraìn chiude quest’ipotetica  e straordinaria trilogia, raccontando la fine della dittatura, attraverso l’episodio storico del referendum con cui, nel 1988 il popolo fu chiamato a rinnovare il mandato di Pinochet per i successivi 8 anni. La vittoria del No arrivò assolutamente inaspettata e contro ogni previsione, e una grande parte di questo successo fu sicuramente dovuta al direttore creativo Renè Saavedra che utilizzando una comunicazione, pubblicitaria più che politica, vendette il No come un vero e proprio prodotto, che fu ‘comprato’ dal 54% dei votanti.

In No, i giorni dell’arcobaleno, Lorraìn porta indietro la macchina da presa, gira in formato 4/3 e dà alla pellicola un colore e una luce squisitamente vintage. Ad interpretare Renè Saavedra un ispiratissimo Gael Garcìa Bernal che infonde al suo personaggio la giusta forza e la giusta empatia, in una sceneggiatura già emozionante per conto suo.

No, i giorni dell’arcobaleno arriva nelle nostre sale giovedì 9 maggio, riappacificandoci con una programmazione caratterizzata da una pioggia di titoloni che di superlativo avevano solo il budget.
Il trailer lo trovate qui.